L'acqua del lago non è mai dolce

In quasi dieci anni mi è successa veramente la qualunque. Ho firmato un contratto con una casa editrice e quella me l'ha stracciato illegalmente. Mi ha distrutto talmente tanto che pensavo che un desiderio di rivalsa potesse colmare un vuoto. Allora ho scritto un altro libro, aggressivo, violento, un po' gretto. L'ho sputato fuori così di getto, ma non l'ho mai fatto leggere a nessuno. Tantomeno l'ho mandato alle case editrici. Ho fatto come coloro che dicevo di disprezzare: l'ho lasciato dentro una cartella di un computer e mi sono raggrinzita.  Una prugna. Orribile, non avete idea.  All'università è stato un crescendo di disastri di cui non so se qualcuno si sia mai davvero reso conto. Me compresa. Ho stretto amicizie che non mi bastavano, desiderosa com'ero di una chissà quale notorietà. Alcune le ho abbandonate per riprenderle in futuro. Le ho lasciate sotto il cuscino in attesa di risvegliarmi. Altre le ho tagliate via, strappate, tirate come si fa

...Già...

Seduta al mio banco.
Nell'angolino, di fianco a me c'è il calorifero e l'ampia finestra.
E' aperta e mi appoggio al calorifero per avere quel lieve tepore. Ma dallo spiraglio dell'apertura il sole mi colpisce in pieno volto. Per prima cosa mi ritraggo per sfuggirgli, poi, però, lascio che mi colpisca con il suoi raggi caldi.
Osservo le particelle di polvere galleggiare nell'aria colorate come l'arcobaleno.
Mi crogiolo al sole e mi perdo in racconti, che esistono solo nella mia testa, di terre lontane.
La prof sta spiegando fisica, dovrei ascoltare. Dovevo andare al classico, penso. Invece no, se ci fossi andata non avrei conosciuto lui, il mio migliore amico, quell'odiosa perfettina, tanti amici strambi e quella classe speciale.
Il mio sguardo si posa nuovamente al cielo primaverile.




Sono una guerriera che combatte per i propri ideali, in una pianura piena di fiori, con 30° gradi e un cielo striato di nubi allungate dal vento io sono così. 
Un venticello leggero mi smuove i capelli. Le narici mi si impregnano del odore dei fiori, del odore che ha la primavera stessa quando arriva, dell'odore del lago, dell'odore di lui. 
Ogni persona ha un proprio odore, ho imparato a riconoscerlo da tempo. 
Ancora 3 ore, solo 3 e sarò a casa, a scrivere questo post, mangerò, berrò un caffè, studierò (per lo più pensando ad altro) e uscirò con amici... Tu mi mancherai, domani ti rivedrò. 
Il mio corpo lotta con la voglia di uscire e correre senza fermarmi, di arrampicarmi sugli alberi e divertirmi, tra poco lo farò... Tra poco ti rivedrò: nei miei sogni, nelle mie fantasie... 

Commenti

  1. Avevo la stessa tua voglia di scappare dalla scuola alle medie, non vedevo l'ora di uscire e di stare con i miei amici, andavo a giocare a calcio, ero una "maschiaccia", non stavo mai ferma, ero sempre in giro! eheheh...
    Bella condivisione!
    A presto...Sibilla

    RispondiElimina
  2. Mi sono persa un sacco di post! ma quanto scrivi? Perdonami se me ne perdo qualcuno.. non ho purtroppo sempre tempo di commentare tutto e tutti!
    Spero però di esserci più spesso!
    A presto...Sibilla

    RispondiElimina
  3. Lo ricordo anche io...Quando arrivava la primavera stare chiusi a scuola era una sofferenza...
    Dopo l'inverno c'è bisogno di sentire il calore del sole sulla pelle per sentirsi rigenerati o semplicemente fuori dal letargo... un abbraccio

    RispondiElimina
  4. Sibilla: ne scrivo uno al giorno xD Sono una maniaca della scrittura ahah! Non importa se li perdi :)))

    Blumoon: Non sai quanto! Grazie per il commento, un abbraccio anche a te :))

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Addio. Ad un nuovo inizio.

L'acqua del lago non è mai dolce

Premio Blogger Simpatico!