L'acqua del lago non è mai dolce

In quasi dieci anni mi è successa veramente la qualunque. Ho firmato un contratto con una casa editrice e quella me l'ha stracciato illegalmente. Mi ha distrutto talmente tanto che pensavo che un desiderio di rivalsa potesse colmare un vuoto. Allora ho scritto un altro libro, aggressivo, violento, un po' gretto. L'ho sputato fuori così di getto, ma non l'ho mai fatto leggere a nessuno. Tantomeno l'ho mandato alle case editrici. Ho fatto come coloro che dicevo di disprezzare: l'ho lasciato dentro una cartella di un computer e mi sono raggrinzita.  Una prugna. Orribile, non avete idea.  All'università è stato un crescendo di disastri di cui non so se qualcuno si sia mai davvero reso conto. Me compresa. Ho stretto amicizie che non mi bastavano, desiderosa com'ero di una chissà quale notorietà. Alcune le ho abbandonate per riprenderle in futuro. Le ho lasciate sotto il cuscino in attesa di risvegliarmi. Altre le ho tagliate via, strappate, tirate come si fa

Difficoltà

Nella vita di un'adolescente pochi giorni sono vuoti, che tu lo voglia o no. 
Ci sono giorni e giorni, ma nessuno è brutto o bello. 
Mi fa quasi paura come una persona che credevi "amica" o almeno "innocua" si vendicasse apertamente. 
L'apparenza inganna. 
Difficile è quando non puoi fare niente. Mai. Puoi sempre rimediare. Prevenire. 
Trovare la forza di farlo è un'impresa ardua. 
Occhio non vede, cuore non duole. Ma è impossibile non vedere. Gli occhi rimangono aperti e tu ti mordi l'interno del labbro per sembrare forte e non piangere. 
Il desiderio più grande? Reagire, reagire, reagire. Non scappare mai! Scappando non si ottiene nulla! 



E allora? Come posso non soffrire davanti ad una tale scena? Non puoi. Prendi la matita in una mano e stringi forte, ci imprimi tutta la tua rabbia e la tua sofferenza. Si spezza. Ritenti con l'evidenziatore e funziona: le nocche sbiancano, la mano ti fa male, ma riesci a distogliere l'attenzione da quella stramaledettissima ragazza che civetta in modo assurdo con lui. Lei è vicina e tu sei così lontana. 
Ecco, ora l'evidenziatore non è più una soluzione. 
Non piangere. Non piangere. Non piangere. 
Non fare sì che le tue emozioni ti comandino. Lei non aspetta altro. Devi cadere nella sua trappola. No. Mai. 
Mordi forte il labbro, senti il sapore ferroso del sangue e continui. Lei ti volta la schiena, meglio, se mi guardasse negli occhi non potrei che sputargli in faccia. 
Poi guardi lui, le sposti (non troppo delicatamente) la testa e lo guardi, facendo finta di ascoltare le parole di veleno provenienti dalla bocca di quella. 
E lui ti guarda, guarda solo te, se ci sei tu lui è diverso. Non aveva mai prestato attenzione a lei, guardava te, assorto, guardava te. 



Ora sì, vuoi piangere, come potevi essere stata così stupida da non accorgerti di lui? 
E perché lei si era trasformata in quel modo?
Restano sempre mille domande e zero risposte. 

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