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L'acqua del lago non è mai dolce

In quasi dieci anni mi è successa veramente la qualunque. Ho firmato un contratto con una casa editrice e quella me l'ha stracciato illegalmente. Mi ha distrutto talmente tanto che pensavo che un desiderio di rivalsa potesse colmare un vuoto. Allora ho scritto un altro libro, aggressivo, violento, un po' gretto. L'ho sputato fuori così di getto, ma non l'ho mai fatto leggere a nessuno. Tantomeno l'ho mandato alle case editrici. Ho fatto come coloro che dicevo di disprezzare: l'ho lasciato dentro una cartella di un computer e mi sono raggrinzita.  Una prugna. Orribile, non avete idea.  All'università è stato un crescendo di disastri di cui non so se qualcuno si sia mai davvero reso conto. Me compresa. Ho stretto amicizie che non mi bastavano, desiderosa com'ero di una chissà quale notorietà. Alcune le ho abbandonate per riprenderle in futuro. Le ho lasciate sotto il cuscino in attesa di risvegliarmi. Altre le ho tagliate via, strappate, tirate come si fa

Il mio libro non uscirà

Nel vecchio post… nel davvero vecchio post un lettore ha commentato: "stai crescendo e non so nemmeno se questo posto è ancora vivo…". Alic non si rivede più nei miei post, non siamo più alla stessa lunghezza d'onda. Sta accadendo. Anche voi vi state scontrando con me. Vi state scontrando con la ragazza che non mantiene nulla, che abbandona tutto il passato perché ha bisogno di un nuovo futuro. Ed io sono ancora in fuga. Credevo, credevo di aver trovato una stabilità, ma non è la mia natura. Non mi voglio lagnare, neanche questo è nella mia natura. Non sapete quanto mi manca. Mi manca la mia solitudine, mi manca la mia bolla in cui tutto è bello, in cui tutto va per il verso giusto, in cui, se sono triste, torno a casa, bevo un caffè e scrivo. Non ho più tempo per essere me stessa. Mi sono iscritta a lettere perché la letteratura è ciò che mi ha sempre accompagnata, che mi è stata amica in questi vent'anni d'esistenza. Mi sono iscritta a lettere per legge

Cos'è cambiato?

È tornata l'aria d'estate che c'era l'anno scorso. Come tutti gli anni. L'eterno ritorno. È cambiata la vita. È' cambiato il modo di esistere che ho portato avanti da sempre. Sono cambiata io. Forse in peggio. Forse in meglio. Mi sono indurita. Ho le gambe scalfite da questo cammino infinito. Non piango più, anche se cedo. Tiro un pugno all'aria e mi metto un po' di cerotti. Non piango più. Non piango più. Rido un po'. E mi abbraccio, con dolcezza. Ho smesso di usare l'amore come autolesionismo. Ho smesso con l'autolesionismo. Magari domani smetterò anche di fumare. Magari solo una al giorno. Magari quando leggo. Magari quando cerco le idee. E una notte, casualmente, un'idea arriva. Un'idea bella. Perché la bellezza salverà il mondo. L'imperfezione l'accompagnerà. Adesso siamo tutti dispersi. E io mi sono trovata. Finalmente. Adesso sono all'università. Adesso sono persa. Ma mi hanno trovato. E io mi sono ritro

Dire

E' da così tanto tempo che non scrivo qui sul blog. E quanto ho sbagliato. In questa sera di seconda estate ho capito che non ci si può più nascondere, non ha senso. Che le persone fanno fatica a vedere se tu ti copri con un velo. Che è bello far vedere chi si è e non c'è motivo, è così e basta. Dopo una giornata passata a impazzire perché non sono pronta per l'esame, perché sono successe una quantità di sfortune inimmaginabili, perché non potevo condividere un sentimento con una persona per un'altra quantità di motivi, uno più stupido dell'altro; sono finita qui. In questo blog abbandonato da mesi, questa volta… senza motivi. In questi mesi ho conosciuto tantissime meravigliose e vissuto tempi fortissimi. Ora sono sola, per un attimo, per un nanosecondo. Guardo il panorama dalla finestra della mia nuova casa e mi sento nel posto giusto. Il posto giusto quando studio, giusto quando piango, giusto quando rido. Il posto giusto per le persone che ho intorno, p

La Rinascita

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Mi sveglio la mattina con gli occhi lucidi e vedo il sole che viola il vetro della finestra e mi brucia gli occhi e le braccia. Sento caldo e piango. Piango. Nell'ultimo anno le mie crisi di pianto sono aumentate. Non so mai quando aspettarmele, ma arrivano. Ed io corro nel bagno della biblioteca per sciogliermi piano piano. Questa mattina è stato diverso. Questa mattina ho pianto di gioia per aver finalmente compreso. Cosa sia successo, non ne ho idea. So solo che, tutto ad un tratto, ho ricordato immagini che avevo voluto rintanare negli anfratti più nascosti del mio cervello. Le memorie di me bambina erano sempre segnate da sofferenza, da pianto che non cessava, ma, chissà perché, mi ero scordata che, da piccola, i pianti si trasformavano in gioie sempre più grandi. Piangevo, provavo dolore, e poi vedevo gli alberi mossi dal vento, quello stesso vento che mi batteva sulle guance ed io che ridevo e mi meravigliavo di quanto questo mondo fosse perfetto. Bellissimo. Questo mondo

Ho messo piede nella schiera avversaria

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Il Testamento di Tito - De André Ho capito, dopo del tempo e delle ferite, che perché io sia felice non ho bisogno di persone che, ascoltandomi, annuiscono e applaudono. Non m'interessano i "sì" di approvazione, ma continuo a tendere verso la strada opposta, continuo a volere vedere l'altro lato del mondo. Ho la mente già abbastanza empia delle idee che ritengo giuste, non desidero in alcun modo riascoltarle. Ho voglia di confrontarmi e di far capire, anche a chi la pensa in modo diametralmente opposto a me, che non sono un mostro, che forse la loro verità non è l'unica giusta. Ho voglia di portare un'aura di freschezza laddove la gente potrebbe volermi cacciare in malo modo. Sono stata violenta, sono stata rabbiosa, sono stata piena d'odio, sono stata stupida. In passato, ho dato adito a pregiudizi, senza conoscere. Mi sono tradita. C'è chi dice che non esiste più la "me ribelle", ma si sbagliano. Io resto ribelle, nel modo che rite

Cavalco un ronzino

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De Andrè - Le Passanti "Ma se la vita smette di aiutarti E' più difficile dimenticarti Delle occasioni lasciate ad aspettare" Si desidera chi frantuma il muro di cinta del tuo castello di desideri e di tormenti. E nessuno vuole frantumare il mio muro, nessuno ci prova. Non sto bene, non sto a casa, non sono nel mio posto, da nessuna parte. E non ho neanche Dio. Non ho nulla in cui credere. Credo in quello che scrivo, ma ho paura di non poterlo fare per tutta la vita. I miei son solo effimeri desideri, dati da un talento inesistente e da speranze nate per essere distrutte. Perché in questo mondo si va avanti stringendo mani. Conoscendo coloro che ti aiutano, coloro che portano i ponti. Quegli agganci che non possiedo e non voglio avere. Non ho mani da stringere e se le avessi, darei loro le spalle. Chi stringe le mani, coloro che possono arrivare a quel grado di ruffianeria che porta via il mio giustizialismo; loro mi stanno strappando l'unica speranza ch