L'acqua del lago non è mai dolce

In quasi dieci anni mi è successa veramente la qualunque. Ho firmato un contratto con una casa editrice e quella me l'ha stracciato illegalmente. Mi ha distrutto talmente tanto che pensavo che un desiderio di rivalsa potesse colmare un vuoto. Allora ho scritto un altro libro, aggressivo, violento, un po' gretto. L'ho sputato fuori così di getto, ma non l'ho mai fatto leggere a nessuno. Tantomeno l'ho mandato alle case editrici. Ho fatto come coloro che dicevo di disprezzare: l'ho lasciato dentro una cartella di un computer e mi sono raggrinzita.  Una prugna. Orribile, non avete idea.  All'università è stato un crescendo di disastri di cui non so se qualcuno si sia mai davvero reso conto. Me compresa. Ho stretto amicizie che non mi bastavano, desiderosa com'ero di una chissà quale notorietà. Alcune le ho abbandonate per riprenderle in futuro. Le ho lasciate sotto il cuscino in attesa di risvegliarmi. Altre le ho tagliate via, strappate, tirate come si fa

Abbraccio.

Infine accade, guardarsi negli occhi, anima contro anima.
Un'attrazione infinita, una passione sconfinata. Sento il tuo cuore che batte.
Cerco d'indietreggiare per una qualche timidezza che sboccia solo con te, ma il mio corpo si blocca a contatto con il banco dietro la schiena.
Sono rimasta chiusa da due muri, desidero quello che mi sta di fronte.
Ti avvicini con decisione, mi afferri per le braccia, poi per la vita e mi sollevi. Io ti cingo con le braccia il collo. Come fossimo soli.
In un campo di grano, come due manga innamorati. Io, inizialmente lancio un urlò, poi rido. E rimaniamo abbracciati e felici. Solo un grande amore può dare tanta felicità, non volevo altro che un tuo abbraccio, mi hai accontentata. :)

 

Sono le cose semplici quelle migliori. 


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