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Visualizzazione dei post da febbraio, 2016

L'acqua del lago non è mai dolce

In quasi dieci anni mi è successa veramente la qualunque. Ho firmato un contratto con una casa editrice e quella me l'ha stracciato illegalmente. Mi ha distrutto talmente tanto che pensavo che un desiderio di rivalsa potesse colmare un vuoto. Allora ho scritto un altro libro, aggressivo, violento, un po' gretto. L'ho sputato fuori così di getto, ma non l'ho mai fatto leggere a nessuno. Tantomeno l'ho mandato alle case editrici. Ho fatto come coloro che dicevo di disprezzare: l'ho lasciato dentro una cartella di un computer e mi sono raggrinzita.  Una prugna. Orribile, non avete idea.  All'università è stato un crescendo di disastri di cui non so se qualcuno si sia mai davvero reso conto. Me compresa. Ho stretto amicizie che non mi bastavano, desiderosa com'ero di una chissà quale notorietà. Alcune le ho abbandonate per riprenderle in futuro. Le ho lasciate sotto il cuscino in attesa di risvegliarmi. Altre le ho tagliate via, strappate, tirate come si fa

Ho messo piede nella schiera avversaria

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Il Testamento di Tito - De André Ho capito, dopo del tempo e delle ferite, che perché io sia felice non ho bisogno di persone che, ascoltandomi, annuiscono e applaudono. Non m'interessano i "sì" di approvazione, ma continuo a tendere verso la strada opposta, continuo a volere vedere l'altro lato del mondo. Ho la mente già abbastanza empia delle idee che ritengo giuste, non desidero in alcun modo riascoltarle. Ho voglia di confrontarmi e di far capire, anche a chi la pensa in modo diametralmente opposto a me, che non sono un mostro, che forse la loro verità non è l'unica giusta. Ho voglia di portare un'aura di freschezza laddove la gente potrebbe volermi cacciare in malo modo. Sono stata violenta, sono stata rabbiosa, sono stata piena d'odio, sono stata stupida. In passato, ho dato adito a pregiudizi, senza conoscere. Mi sono tradita. C'è chi dice che non esiste più la "me ribelle", ma si sbagliano. Io resto ribelle, nel modo che rite

Cavalco un ronzino

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De Andrè - Le Passanti "Ma se la vita smette di aiutarti E' più difficile dimenticarti Delle occasioni lasciate ad aspettare" Si desidera chi frantuma il muro di cinta del tuo castello di desideri e di tormenti. E nessuno vuole frantumare il mio muro, nessuno ci prova. Non sto bene, non sto a casa, non sono nel mio posto, da nessuna parte. E non ho neanche Dio. Non ho nulla in cui credere. Credo in quello che scrivo, ma ho paura di non poterlo fare per tutta la vita. I miei son solo effimeri desideri, dati da un talento inesistente e da speranze nate per essere distrutte. Perché in questo mondo si va avanti stringendo mani. Conoscendo coloro che ti aiutano, coloro che portano i ponti. Quegli agganci che non possiedo e non voglio avere. Non ho mani da stringere e se le avessi, darei loro le spalle. Chi stringe le mani, coloro che possono arrivare a quel grado di ruffianeria che porta via il mio giustizialismo; loro mi stanno strappando l'unica speranza ch