L'acqua del lago non è mai dolce

In quasi dieci anni mi è successa veramente la qualunque. Ho firmato un contratto con una casa editrice e quella me l'ha stracciato illegalmente. Mi ha distrutto talmente tanto che pensavo che un desiderio di rivalsa potesse colmare un vuoto. Allora ho scritto un altro libro, aggressivo, violento, un po' gretto. L'ho sputato fuori così di getto, ma non l'ho mai fatto leggere a nessuno. Tantomeno l'ho mandato alle case editrici. Ho fatto come coloro che dicevo di disprezzare: l'ho lasciato dentro una cartella di un computer e mi sono raggrinzita.  Una prugna. Orribile, non avete idea.  All'università è stato un crescendo di disastri di cui non so se qualcuno si sia mai davvero reso conto. Me compresa. Ho stretto amicizie che non mi bastavano, desiderosa com'ero di una chissà quale notorietà. Alcune le ho abbandonate per riprenderle in futuro. Le ho lasciate sotto il cuscino in attesa di risvegliarmi. Altre le ho tagliate via, strappate, tirate come si fa

Pazza pazza idea!

Le cicale. Oh, le cicale hanno ricominciato a frinire, segno che l'estate è arrivata.
Le ultime verifiche sono un altro di questo segno ed è per questo che oggi sono andata a ripassare tutto il pomeriggio dalla più brava della classe. Speriamo.
Comunque, in questa tranquillità della sera, con mamma e papà che iniziano a guardarsi un film e nonna che sonnecchia facendo le parole crociate io scrivo qui quello a cui ho pensato tutto il giorno. Perché qui è molto più facile e scrivere mi è sempre riuscito meglio che parlare.
Oggi è stato un giorno di ricordi, molto spesso i ricordi mi riaffiorano alla mente, ma oggi particolarmente.
Ricordo dell'amica che ho perso alla fine delle medie. Quant'era bello stare con lei e chiacchierare fino a notte fonda, andare a fare i giri in bicicletta, litigare per finta e, quando tutti si preoccupavano, metterci a ridere. Mi ricordo ancora di quando andavamo nella mansarda di casa sua, prendevamo la chitarra e cantavamo come matte.



Di tutte le volte che sua madre mi accoglieva in casa dicendomi "Benvenuta vagabonda" (sono sempre stata un po' girovaga) e mi metteva davanti un piatto di carne intimando ad entrambe di studiare non appena se ne fosse andata. Tutto facevamo men che studiare! Parlavamo di libri, della sua ossessione per Twilight che non ho mai condiviso, per la mia per tutto ciò che fosse scritto da autori russi.
Parlavamo delle figuracce che, prontamente, facevamo ogni giorno e giocavamo ad ogni cosa. Ci vedevamo sempre, l'ho conosciuta talmente bene che il mio strambo strambo cuore si è davvero affezionata. Oltre a questi ricordi, però, tornano anche quelli tristi: come è finita la nostra amicizia, che motivo stupido. Entrambe credevamo che andando a scuole diverse niente potesse funzionare, ma ci sbagliavamo ed ora ne ho la prova. Solo ora, ora che è troppo tardi. O forse non lo è.
Potrebbe non essere troppo tardi, fatto sta che mi è balzata alla mente la malsana idea di scriverle un messaggio di posta elettronica dicendole tutto ciò che provo. E lo farò, perché quando mi metto in testa un'idea non la cambio mai (difetto e pregio allo stesso tempo). Io le voglio bene, questo mi basta e avanza, non è mai troppo tardi per rendersi felici, l'ho sempre detto ed ora voglio mettere in atto questo pensiero.

(Scusate per questo post serale xD)

Commenti

  1. TU SCRIVI TROPPO BENE! Scommetto che anche se parlassi dell'argomento più noioso del mondo sapresti emozionarmi! :):):)

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  2. Non è mai troppo tardi, se veramente era un amica con la A maiscula capirà e tutto ritornerà come prima, ma qualcuno deve fare il primo passo!! buona giornata....ciao

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    1. Hai ragione ed io sono la ragazza dei primi passi xD grazie Giancarlo, ciao!

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