La noia mi tortura nelle giornate vuote. Poche volte mi capita di non avere niente da fare e quando succede m'invento qualcosa. Ed è per questo che adesso sto scrivendo, potrei leggere un libro, ma li ho finiti, potrei andare avanti con il romanzo, ma ho appena terminato di scrivere un nuovo capitolo, potrei guardare la televisione, ma non mi ha mai attirata molto, potrei uscire, ma non ne ho voglia ora per ora, piuttosto potrei parlarvi dell'incredibile che ci sta intorno, ma ciò che mi piacerebbe di più fare è scrivere una storia, inventarla al momento. Così poi, voi potrete dirvi come vi sembra e vi supplico ditemelo se è brutta, perché le illusioni le ho sempre odiate. Iniziamo? Ok =D
Panna. Odore di panna. Seguii con irrefrenabile voglia quella dolcezza infinita. Aumentava. Il mio pancino cominciava a brontolare. Lanciai un urlo: stupida strada di pietra lavica, stupido paese che cade a pezzi, ero inciampato! Adesso sento anche il profumo zuccheroso delle caramelle, c'è della cioccolata e della vaniglia.
Un altro passo... no! Zucchero filato! Magari blu! Il mio colore preferito! Presi a correre. La bella stagione era alle porte, ma mia mamma aveva insistito per farmi indossare le braghe di velluto con le bretelle, mi levai la giacchetta rimanendo in camicia. Ero solo un bambino, a chi poteva interessare. Mi tolsi anche il cappello, ma lo rimisi subito, i capelli bagnati di sudore contro il vento primaverile mi avrebbero fatto prendere un malanno. I mocassini mi facevano male, dovevo tenerli, altrimenti in paese, di me, si sarebbe detto che ero solo un giovanotto maleducato e questo, con tutte le signore antipatiche e pompose che giravano per le strade, non si poteva proprio fare!
Mi umettai le labbra con la saliva e buttai la testa all'indietro per guardare il sole, mi sentii strattonare -Ohhh!- esclamai! Il vento era proprio forte!
-Buongiorno Timmy caro, vai alla fiera del paese?- la signora Butterfly era insopportabile con i suoi modi da perfettina, ma almeno sapevo che c'era una fiera e sapevo dove scovare lo zucchero filato blu! Non la degnai di uno sguardo e ripresi a correre. Arrivai alla fiera e comprai lo zucchero, stavo per addentarlo quando vidi una bambina. Passeggiava compiendo qualche salto e il cappello le saltellava come un grillo sulla testolina! Si voltò verso di me e ebbi modo di scorgere i suoi occhioni blu, come il mio zucchero! Corse via, mi lanciai in avanti spaventando i piccioni e svegliando un grosso cane che fece volare via una bancarella piena di bottiglie di liquori. Gridai scusa e quasi capitombolai sulla bimba. Aveva in mano una barretta di cioccolato nero, come i miei occhi. Capimmo subito. Le diedi il mio zucchero e lei mi consegnò il suo cioccolato.
-Giochiamo?- mi chiese con una vocina squillante. Annuii ridendo. -Ma prima...- dissi e, senza finire la mia stupida frase la baciai.
Che finale dolce, e dire che io non ne sapevo niente xD
ohh che carina *-* mi hai fatto venire voglia di zucchero filato però ...
RispondiEliminaAhah, eh dai xP
EliminaChe bel racconto! complimenti!! mi è sembrato di visitare altri anni! il finale e il racconto è molto dolce in tutti i sensi! ^^ Complimenti e grazie per ituoi commenti sul mio blog!
RispondiEliminaA presto..Sibilla
Era quello che volevo ^^ e figurati, sono felicissima di leggerti =D
Eliminatenerezza infinita...
RispondiEliminaio dico che hai uno stile tuo... terso, colorato, descrittivo!
mi piace!!! ^_^
Grazie *_* me lo dicono in tanti che sono descrittiva, bene dai xD
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