Ecco un altro racconto. Diverso da quello dell'altra volta. Ho solo un accorgimento da fare:
Questo è un racconto di paura. Ma non come quelli dei piccoli brividi. E' molto crudo, perciò consiglio di non leggerlo se si è particolarmente sensibili di stomaco. Davvero, se dopo un po' vi dà fastidio, smettete di leggere. E sappiate che non sono svitata, ho soltanto provato a scriverne uno, questo è il primo che compongo.
Il
compito di uno scrittore è quello di raccontare la verità.
Quello
di piangere con i propri personaggi e provare dolore con loro.
Purtroppo,
al mondo esistono diversi tipi di persone.
Purtroppo
esiste la perversione, la crudeltà, la disperazione. Quella vera,
che non ti fa dormire la notte.
L'amore
di una mamma è infinito, recitano i detti. Alcune malattie portano
l'amore a svanire.
Dirk
sembrava un uomo normale quando si era innamorato di Iris. Amava i
capelli biondi di lei, i suoi occhi teneri. Amava il suo modo di
sorridere, storcendo la bocca in modo innaturale. Che era innaturale,
però, lui non lo sapeva.
Si
sposarono ed ebbero due gemelli. Un maschio e una femmina.
La
femmina l'avevano chiamata: Caroline e il maschio: Egon.
Crescendo,
i ragazzi furono i primi a capire che c'era qualcosa che non andava.
Non sapevano cosa ed erano troppo piccoli per chiederselo realmente.
Arrivarono
a tredici anni che vollero conoscere.
La
loro famiglia non era normale, i vicini lo sapevano. I parenti lo
sapevano e se ne stavano ben lontani.
Caroline,
Egon, Dirk e Iris erano un mondo a parte, racchiuso dai loro
problemi.
Persone
disgraziate, le avrebbero etichettate i “normali”.
Non
c'era un componente di quella famiglia che fosse sano di mente.
Ognuno a modo suo.
Anche
il pesce rosso Clara, capiva. Clara era stata fortemente voluta da
Caroline che, da mangiare, le dava minuscoli pezzetti di carne di
cane randagio.
Una
mattina, Caroline ed Egon stavano facendo colazione per andare a
scuola. Lì, nessuno li voleva, erano loro che andavano a cercare gli
altri in modo assillante.
Caroline
indossava vestiti comprati ad un sexy shop della zona. Era truccata
di viola e sul polso aveva tatuato l'organo genitale maschile in
bianco e nero.
Si
leccò il polso con foga.
–Tu
sei proprio svitata– commentò Egon.
Caroline
rise, comare –Vuoi che ti faccia il lavoretto che sto facendo al
mio polso?– chiese ridendo. E continuò a ridere della sua stessa
battuta per due minuti.
Egon
si levò dalla sedia e andò a scuola, senza scordarsi il taglierino.
Pregustava
già quello che avrebbe combinato con quello sfigato di Evan. Lo
voleva morto, gli aveva preso la ragazza che voleva tanto.
Si
era opposto nel momento più bello. Stava giusto per sfregiarla in
modo da farle capire che sarebbe stato con lei per sempre, ma Evan
gli aveva dato un pugno ed era intervenuto il preside.
Sì,
gli aveva dato una punizione, ma questo non bastava. Lui voleva così
tanto quella ragazza! Adesso, però, era partita e di questo poteva
incolpare solo Evan e la sua violenza.
Se
non gli avesse dato un pugno in faccia, lei non si sarebbe
spaventata, si sarebbe fatta marchiare d'amore e si sarebbe data a
lui.
Caroline
e Egon arrivarono entrambi a scuola con un'ora di ritardo.
Aspettarono
pazientemente la ricreazione. Alla fine, la campanella trillò.
Si
diressero in due direzioni diverse.
Caroline
vide subito Mark e tirò fuori la lingua. Lui, notandola, tentò di
darsela a gambe.
Quella
ragazza era pazza, continuava a dirgli di volergli fare le cose più
sconce.
All'inizio
gli erano piaciute le sue attenzioni, ma poi aveva cominciato a
stancarlo e a fargli paura.
Minacciava
di uccidersi, lo tormentava, era gelosa se usciva con un'altra
ragazza.
Ora
lui era innamorato come non era mai stato e Caroline avrebbe rovinato
tutto.
–Ciao,
Mark. Sai che farlo da drogati è ancora più divertente che da
ubriachi?– disse lei e si tirò su la gonna, scoprendosi il ventre.
–Copriti–
le intimò lui.
Lei
mostrò un'espressione orripilata, si tastò tutta come per appurare
se non fosse abbastanza bella. Non la voleva? Era il suo seno? Era
troppo piccolo?
Forse
non era sufficiente brava come le donne che si vedevano di notte
sulla strada.
Una
notte era stata da una di loro e le aveva detto che era una vera e
propria maestra nel dare piacere. Si era anche divertita. Quindi non
poteva essere.
–Perché
non mi vuoi?–
–Caroline,
io... non so come dirtelo. Mi sono innamorato di una ragazza. Tu sei
bellissima, non fraintendere, ma tra noi non è amore– disse lui.
–Allora
sarà solo sesso! Per me va bene, sarò la tua amante!– esclamò e
gli slacciò i pantaloni, velocissima.
–No.
No, basta! Non ti voglio più vedere!–.
Caroline
voleva uccidere quella ragazza inutile che si era messa tra lei e
Mark. Gli prese il viso e lo baciò, infilando la lingua nei posti
più disparati.
–Cazzo!
Caroline! Ma non capisci che ti rendi solo ridicola facendo la
puttana!?– gridò lui e se ne andò, bestemmiando.
Il
viso di Caroline si tramutò in una maschera di dolore, lo storse e
iniziò a piangere con forti singulti.
Si
mise le mani fra i capelli e pianse disperata. Crollò a terra con un
tonfo. Iniziò a gridare. Batté i pugni per terra. Una follia
omicida si impossessò di lei.
Dal
più profondo dei mali, le venne un urlo lacerante. Echeggiò in
tutta la scuola. Aveva urlato il nome di suo fratello.
Egan
camminò a passi pesanti verso Evan. Da fuori il ragazzo pareva
normale, non era un omone nerboruto, né uno smilzo pelle e ossa. Era
un vero e proprio ragazzo, con scarpe da ginnastica e tutto il resto.
Aveva
rubato il gesso dalla classe e, dopo averlo sbriciolato, vi immerse
le mani.
Prese
il taglierino dallo zaino, saggiò l'affilatura tagliandosi il
polpastrello. C'era un piccione che tubava lì accanto e, poco più
avanti, Evan.
Egan
sorrise: gli avrebbe dimostrato chi era.
–Evan!–gridò.
Il
ragazzo, impaurito, si voltò ad osservarlo, cercando la scorciatoia
migliore per scappare. Fece roteare gli occhi, in cerca di una
strada, molto più velocemente, quando Egan scagliò il suo
coltelletto, trafiggendo un piccione e lo estrasse tutto
insanguinato.
Dietro
di lui, vi era una via che conduceva alla palestra.
Evan
corse, tentò di correre più veloce che poteva, sforzando al massimo
le sue gambe.
Ma
Egan era ormai alle sue spalle. Non riuscì nemmeno a girare
l'angolo, che quel pazzo maniaco con il coltello, lo sbatté
violentemente contro il muro grezzo.
Evan
pianse come una ragazzina, vedendosi l'arma difronte alla faccia. Si
aggrappava al muro con le dita, facendole sanguinare.
Il
labbro tremante, gli occhi colmi di terrore, vide il volto di Egan.
con i denti digrignati, che sorrideva.
–Io
l'amavo!– esclamò Egan.
Evan
non pensò nemmeno per un attimo alla ragazza che, alcuni giorni fa,
aveva difeso da quel maniaco. I suoi unici pensieri erano rivolti al
coltello troppo vicino al suo naso.
–Non
mi fare del male! Ti prego– lo pregò Evan.
–Tra
poco te la farai sotto come una bambinetta. Sei peggio di quella
troia di mia sorella– rise Egan. Quanto gli piaceva l'odore della
paura. Evan era proprio come una preda, i suoi occhi invasi da un
lacerante orrore. A Egan piacevano le lacrime che scendevano sulle
guance di Evan.
Ora
mancavano solo le grida agonizzanti e l'odore sublime del sangue
fresco.
Velocissimo,
Egan tranciò tre dita ad Evan. Quest'ultimo gridò così forte da
far male alle orecchie di Egan.
Ma
se anche gli avesse dato fastidio, non lo diede a vedere. Poco a poco
tagliò il ragazzo pezzo per pezzo. Studenti dietro di lui
vomitavano. Evan aveva smesso di piangere e ad Egan dispiaceva. Così
ad ogni coltellata gli ingiungeva di piangere. Ma lui non piangeva,
aveva gli occhi vitrei fissi, la bocca spalancata che colava sangue.
Lasciò
i brandelli di Evan per terra e accorse da sua sorella, che lo stava
chiamando.
Non
voleva farla aspettare.
Caroline
piangeva disperata, lagnandosi come una bambina. Non era una ragazza
viziata, era malata.
E
suo fratello l'accompagnava nella sua malattia.
–Chi
ti ha fatto questo?– le chiese, dopo che lei gli aveva raccontato
la “sua” storia con Mark.
–Una
ragazza– lei gli disse il nome di quest'ultima, tremando. Caroline
aveva uno strano sorriso, di quelli che avrebbero fatto gelare il
sangue a chiunque.
Era
tanto eccitata al pensiero che la ragazza che l'aveva fatta soffrire
sarebbe morta, che si toccò il ventre in profondità. A Caroline
uscirono spasmi di allegrezza.
Suo
fratello ridacchiò.
Stava
per avere la vita di qualcun altro.
Si
precipitarono da Michelle. Lei stava parlando gioiosa con le sue
amiche. Aveva un sorriso puro e dolce che andava da orecchia a
orecchia.
Non
sapeva in che guaio era andata a cacciarsi, stando con Mark.
Caroline
la guardava con odio, pensando quanto fosse carina e ripugnante allo
stesso tempo. Non aveva alcunché di provocante, ma aveva delle
unghie bellissime.
Le
sue mani avevano, invece, una manicure alquanto approssimata, pensò
Caroline, squadrandosele.
Le
sarebbero state bene. Vere al cento per cento, avrebbe detto in giro.
Avrebbe detto a Mark. Lui avrebbe capito che senza Michelle stava
tremendamente bene e si sarebbe dato alle pratiche sessuali
dell'esperta Caroline.
Nella
testa della ragazza, tutto era congegnato, mancava solo che Egan
uccidesse quell'indifesa ragazza.
–E'
bella– disse lui e si concedette uno sghignazzo.
–Fanne
quello che vuoi– disse Caroline, guardandolo maliziosa e
palpandogli il basso ventre.
Lui
le diede una manata in faccia che la spedì dritta dritta per terra a
piagnucolare.
Cominciò
la sua marcia verso la gazzella che stava cacciando.
Camminava
svelto, non correva, ma il suo passo era terrorizzante, preciso e
tagliente.
Michelle
non poté non notarlo e si guardò intorno impaurita.
Sapeva
bene molte cose sul conto di Egan e sua sorella.
Egan
pensava quanto era bello il suo viso atterrito e quando sarebbe stata
in preda al panico, non appena avesse dato sfogo ai suoi esercizi da
assassino.
Egan
chiuse gli occhi e sognò tutte le atrocità che avrebbe compiuto. Si
passò la lingua sulle labbra e aumentò il passo.
La
voleva, voleva il suo sangue, la sua vita, la sua paura.
Lei
non si sarebbe mai dimenticata di lui.
Finalmente
arrivò e le bloccò un braccio alla parete. La baciò, mordendola e
facendola sanguinare.
Le
leccò la punta del naso.
–Non
sai quanto ti piacerà– le disse.
Lei
ferma sul posto lo guardava pregandolo. I suoi occhi dicevano: non
farmi questo. Ti prego. Le labbra erano scosse da tremiti convulsi.
Cosa
voleva da lei, quel ragazzo? Gli poggiò le mani sul petto per
allontanarlo, ma era come una statua di granito: restava fermo lì.
Quando
vide che non c'era verso, lo implorò, piangendo. Le lacrime le
uscivano brillanti dagli occhi.
Non
sapeva che tutto ciò che quel comportamento provocava in Egan, era
ardore. Non stava facendo altro che incitarlo a proseguire.
Lui
le fece scorrere una mano dentro la maglietta. La levò e la collocò
dentro la gonna e le mutande. S'introdusse brutalmente in lei,
facendola singhiozzare dal dolore.
–Chiamate
qualcuno!– gridò Michelle.
Le
amiche furono svelte e un professore fu presto lì. Ma Egan non era
stupido, era fuori di testa e aveva preventivato un piano nel caso
fosse capitato.
La
prese di peso e la portò via dalla scuola. Andarono a finire in un
vicolo.
Là
Michelle non aveva possibilità.
–Sei
mia– rise.
Lei
pianse ancor più forte, urlò, gridò, implorò, minacciò, tentò
di persuadere, ma niente fermò Egan dall'aiutare sua sorella.
La
spogliò completamente e la possedette. Gli piacque così tanto che
continuò, davanti e dietro. Facendole uscire sangue a furia di morsi
e unghie.
Quando
si fu saziato a sufficienza, impugnò il taglierino e le recise parte
dell'organo genitale. Con le forbicine le tagliò i capezzoli. Sul
petto vi incise una bestemmia.
Mentre
lei rimaneva immobile, incapace di piangere. Ormai era vuota.
Era
arrivata ad un punto di sofferenza nel quale piangere non era
possibile, perché si era svuotati delle proprie emozioni. In lei non
vi era più vita, in lei non vi era più amore.
Così
che, quando Egan, come colpo di grazia, prese l'accendino e le
infiammò i capelli, lei sperò che il fuoco arrivasse presto. Tra
urla strazianti di dolore, Michelle diede il suo ultimo pensiero ad
Egan.
Quando
il suo cadavere fu pronto, il ragazzo vi spense sopra una sigaretta.
–Peccato,
me ne dovrò trovare un'altra– rise.
Ciao :)
Ovviamente, data la premessa che hai scritto all'inizio del racconto, la mia parte perversa mi ha costretta a leggerlo dall'inizio alla fine! XP
RispondiEliminaWow, Anto, l'ultima parte è agghiacciante, mi ha fatto mangiare le unghie per l'ansia. °__°
Penso che tu abbia davvero del talento... Complimenti! *.*
Grazie mille Starlight :D
EliminaEcco questo è un po' più nel mio stile. Voglio dire mi piace l'atmosfera agghiacciante, ma in realtà più che agghiacciarmi mi ha fatto schifo il comportamento dei due gemelli. xP Comunque hai davvero del talento xD E poi, si legge benissimo nonostante lo schifo.
RispondiEliminaxD
P.S. Mi sa che il commento è fraintendibile, il racconto mi piace eh! ;)
Ahahah, sì, l'avevo capito anche se avevo avuto dei dubbi xD
EliminaEcco, QUESTO lo preferisco di gran lunga, malgrado ci sia qualche errore abbastanza vistoso all'inizio!
RispondiEliminaGià che ci sono te li indico - anche se penso siano tutti di disattenzione - sennò qui cosa ci sto a fare?
-"Esiste la perversione, la crudeltà, la disperazione." Non sarebbe meglio dire che "esistono la perversione..." ecc.?
-"Che era innaturale, però, lui non lo sapeva". "Che fosse" mi sembra la forma corretta.
-"Anche il pesce rosso Clara, capiva". È una frase poco chiara. La virgola andrebbe eliminata, oppure ne andrebbe aggiunta un'altra tra "rosso" e "Clara".
-Credo che tu abbia fatto un po' di confusione con i nomi! (Egon, Evan, Evon, Egan... what?) Pero' me ne sono accorta solo rileggendolo, il che e' ottimo.
Non mi sembra ce ne fossero altri, e non ho voglia di controllare ancora una volta, perché preferisco elencare tutti i pregi di questo racconto!
ALORS! È deciso e fuori dagli schemi. Non dà spiegazioni e non le lascia intendere, cosa adattissima ad un racconto cosi' breve e destinato ad avere un impatto istantaneo. Ci sono solo questi due psicopatici che fanno a pezzi la gente\fanno proposte sconce a tizi random.
Inoltre il tuo stile di scrittura inizia a rivelarsi per quello che e': fluido, che si adatta alle esigenze della storia narrata, ma che mantiene il suo tocco caratteristico di leggerezza. Credo che sia per questo e per un uso non troppo specifico dei termini anatomici - io ci sarei andata cosi' pesante da vergognarmene, ma si sa, io non ho la leggerezza che hai tu xD - che non sono orripilata come pensavo! Forse e' anche merito della comicita' sottintesa dei comportamenti dei gemelli - o almeno penso fosse comicita'... se non lo era, picchiami - che non mi ha angosciato piu' di tanto!
Pero' sicuramente mi ha colpito, mi piace tanto!! :D
Al prossimo racconto!
PS: chiedo venia per gli apostrofi al posto degli accenti, mi e' impazzita la tastiera...
Ommioddio, e' un papiro, perdonami xD
EliminaHai ragione per gli errori, non ci avevo fatto caso, ma quello dell'era l'ho proprio voluto usare, perché (effettivamente anche a me piace molto di più fosse) è comunque grammaticalmente corretto e mi sembrava un linguaggio più grezzo e per il resto grazie tantissime ^_^
EliminaTecnicamente l'era è correttissimo in realtà... ^^
EliminaDavvero? Se lo dice Alic la secchiona mi fido. Ahahah, scherzo, comunque che erudita che sei :3 ^_^
EliminaA me non risulta, mi documenterò. Anche perché ,giusto o no, mi suona malissimo xD
EliminaMa è un raccontro davvero crudele!
RispondiEliminaNon tanto per quel che succede, ma perché a farlo sono due ragazzini, e poi termina anche in un modo proprio senza speranza!
Beh, spero che arrivi la Polizia e arresti quantomeno il gemello maschio :p
Un gotico moderno, diciamo... non il mio genere ma l'ho letto volentieri.
Belle descrizioni, non rendono pesante il racconto.
Giusto qualche frase io l'avrei resa diversamente, ma è questione di gusti e stile ;)
Moz-
Non è nemmeno il mio genere a dire il vero, volevo provare x'D
Eliminadalla padella alla brace
RispondiEliminaMa se non ti piace come scrivo, perché continui a leggermi, solo per offendere? Lasciamo stare va. va bene, hai commentato, hai detto che è un disastro. Ok.
EliminaMi diverto così, quando non ho di meglio da fare.
EliminaDecisamente accattivane e interessante! Mi è piaciuto leggerlo!
RispondiEliminaSpero che l'inizio del 2013 stia andando per il meglio! Un abbraccio e a presto!
Ps. C'è un nuovo post sul mio blog, spero che ti possa interessare! Fammi sapere che cosa ne pensi! :)
Verrò di sicuro a commentare e grazie :)
EliminaPasso per lasciarti un bacio ed un sorriso:)
RispondiEliminaCiao dolce @nto!
Luci@
Grazie mille Luci@ ^_^ un bacione!
EliminaNon so se lo avresti mai detto, ma questo stile horror.. gotich.. mi piace molto.. xD poi tu sei bravissima a scrivere.. complimenti! ;)
RispondiEliminaBaci Riel :)