L'acqua del lago non è mai dolce

In quasi dieci anni mi è successa veramente la qualunque. Ho firmato un contratto con una casa editrice e quella me l'ha stracciato illegalmente. Mi ha distrutto talmente tanto che pensavo che un desiderio di rivalsa potesse colmare un vuoto. Allora ho scritto un altro libro, aggressivo, violento, un po' gretto. L'ho sputato fuori così di getto, ma non l'ho mai fatto leggere a nessuno. Tantomeno l'ho mandato alle case editrici. Ho fatto come coloro che dicevo di disprezzare: l'ho lasciato dentro una cartella di un computer e mi sono raggrinzita.  Una prugna. Orribile, non avete idea.  All'università è stato un crescendo di disastri di cui non so se qualcuno si sia mai davvero reso conto. Me compresa. Ho stretto amicizie che non mi bastavano, desiderosa com'ero di una chissà quale notorietà. Alcune le ho abbandonate per riprenderle in futuro. Le ho lasciate sotto il cuscino in attesa di risvegliarmi. Altre le ho tagliate via, strappate, tirate come si fa

Pan–Koutì

Lo so, lo so che sono passati solo due giorni dall'ultimo post. Che scrivo troppo, lo so. Ma avevo bisogno di scrivere, ne ho tremendamente voglia.
E' che oggi mi sento strana. Non è forse sempre così? Non c'è un giorno in cui io sia uguale a quello prima... Ditemi che anche voi siete in continuo cambiamento...?
Oggi c'è un così brutto tempo qui. Dovreste vedere, non piove, però, è triste, è nuvoloso.
So che a molti di voi piace, ma a me mette tristezza non potere vedere il sole.
Quello che ci fa vivere.
Perché noi possiamo dire tutto quello che vogliamo, ma viviamo grazie al sole prima di tutto. E io mi cibo di sole.
Amo sentirlo sulla faccia, nonostante rimanga bianca come il latte. Amo quel tepore piacevole sulla pelle.

Beh, questo tempo mi fa venire in mente una prigione. Una prigione strana, una nella quale siamo tutti imprigionati insieme e non lo sappiamo. Una in cui si consuma la vita che noi indichiamo in diversi modi: da cani, di lusso, media, sopravvivenza. E poi ci sono quelle persone che la chiamano solo vita.
Devo ammettere che questa vita mi piace proprio. Anche la tristezza che ne fa parte. Non importa. Il punto è che non c'è un giorno in cui io non ami questa vita.
Questo è diventato sempre più raro, non trovate? Eppure io non posso non vedere tutto quello che c'è di bello qui. Quelle piccole soddisfazioni che ti riempiono.
Secondo me nel corpo umano c'è una piccola, infinitesima parte che vale quanto tutto l'essere, se questa è vuota o non la sentiamo, stiamo vivendo senza veramente vivere.
E il bello sta che questa particina può riempirsi con tante cose, non c'è una materia prima.
Per alcuni si può riempire con il sapere, quando apprendi, ti senti meglio, per altri con la religione, pregando magari, per altri ancora con l'amicizia, l'affetto ti riempie, e anche con l'amore magari, non solo quello passionale, di ogni tipo, anche l'amicizia, ora che rifletto.
Per esempio, oggi io mi sono sentita piena quando lui ha scherzato con me, e vuota quando mi ha detto che la sua nuova classe gli piace molto, piena quando T (quel ragazzo che sta nella nuova classe, perdonatemi non so come soprannominarlo...) concordava con me a religione e ha rubato il posto ad un altro per sedermisi accanto e quando si girava, faceva una faccia del tipo: non-sopporto-più-la-prof e ridevamo insieme silenziosamente.

Mi sono sentita vuota quando ho ricevuto una notizia che non mi andava molto a genio e nuovamente piena quando la mia "amica" perfettina mi ha detto: "Siamo opposte, ma senza di te non riderei mai!".
Vuota quando non mi ha interrogata in algebra, volevo, quegli esercizi che ha fatto fare all'altra li sapevo svolgere alla perfezione e di nuovo piena mentre ricevevo le attenzioni che, peraltro non mi dispiacciono, di T.
Però, resta, quella malinconia... di quel lui che mi fa stare bene e male allo stesso momento.
Comunque, credo che per ottenere i grandi risultati, bisogna prima soffermarsi su quelli piccoli.
Ebbene, voglio dare un nome a quella piccola parte... credo che si possa chiamare Pan–Koutì (scatola del tutto).

Commenti

  1. Che bel post ... fa riflettere , hai ragione quando dici che per ottenere grandi risultati bisogna soffermarsi su quelli piccoli .

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  2. gran bel nome, e filosofia, mi piace assai :)

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    1. A me piace assai Parmenide invece... e anche Platone, chissà perché? O.o

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  3. @nto siamo sempre più in sintonia... è ufficiale!
    poco importa che tu sia una ragazza ed io una donna, siamo entrambe due sognatrici che hanno gli stessi pensieri e le stesse riflessioni: vuoto e pieno, tristezza e gioia, oscuro e luminoso, notte e giorno, freddo e caldo, acqua e fuoco: tutte sono manifestazioni opposte ma non contrarie, bensì complementari e convivono dentro di noi, dal più piccolo essere sulla terra fino all'universo sconosciuto.
    Sono lo YIN e lo YANG... è tutto qui!

    ps: ieri riflettevo sul fatto che bisogna prima accontentarsi delle piccole cose per poter aspirare al quelle più grandi... tempo al tempo!
    baci :-)

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    1. Mi piace essere in sintonia con le persone, mi ci trovo bene :3

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  4. Scrivere è bello, continua a farlo ogni volta che ne hai voglia. Bel post il tuo, in quanto alla prigione ci siamo dentro dalla nascita!! un abbraccio...ciao

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    1. Beh, ma devo dire che come carcere non è tenuto malaccio, soprattutto quando il sole splende *---*

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  5. ....ed è molto piacevole leggere i tuoi dolcissimi pensieri!...Sei molto brava!
    Un bacio ed un sorriso:)
    Ciaoo Luci@

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    1. Grazie tante Luci@, sei sempre così gentile, ti adoro ^_^

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