L'acqua del lago non è mai dolce

In quasi dieci anni mi è successa veramente la qualunque. Ho firmato un contratto con una casa editrice e quella me l'ha stracciato illegalmente. Mi ha distrutto talmente tanto che pensavo che un desiderio di rivalsa potesse colmare un vuoto. Allora ho scritto un altro libro, aggressivo, violento, un po' gretto. L'ho sputato fuori così di getto, ma non l'ho mai fatto leggere a nessuno. Tantomeno l'ho mandato alle case editrici. Ho fatto come coloro che dicevo di disprezzare: l'ho lasciato dentro una cartella di un computer e mi sono raggrinzita.  Una prugna. Orribile, non avete idea.  All'università è stato un crescendo di disastri di cui non so se qualcuno si sia mai davvero reso conto. Me compresa. Ho stretto amicizie che non mi bastavano, desiderosa com'ero di una chissà quale notorietà. Alcune le ho abbandonate per riprenderle in futuro. Le ho lasciate sotto il cuscino in attesa di risvegliarmi. Altre le ho tagliate via, strappate, tirate come si fa

Il pentametro giambico è solo un verso vuoto, chiuso tra me e le onde del "di là"

Aggiornamento sul tempo: piove e fa freddo. Aggiornamento sugli eventi: oggi nel mio paese c'è una manifestazione a favore dei diritti LGBT e contro le idee delle Sentinelle (a favore della famiglia tradizionale). Aggiornamento sul mio attuale stato: non potrò andarci perché devo studiare filosofia.
Devo studiare Marx, Comte, Bergson, Nietzsche, Freud, Adler, Heidegger e Sartre.
Filosofi che hanno scritto le loro opere per far sentire le loro voci e le loro opinioni.
In questo momento sto studiando le opinioni degli altri senza poter esprimere la mia.
Un paradosso.
Se fossi la mia professoressa di filosofia direi ai miei alunni di lasciar perdere e andare a comportarsi come filosofi veri, a fare filosofia. Purtroppo non lo sono. E, in questo mondo, nella mia classe, nella mia scuola, è più importante sapere la vita di un'altra persona, o almeno è prioritario saperla rispetto al vivere la propria.
Me ne farò una ragione.
Sapete cosa? Non riesco più a farmi una ragione di niente. Sto diventando una novella Cacciari. No, per carità. Cacciari proprio non lo reggo, sebbene condivida la maggior parte delle sue idee.
Meglio andare a studiare Nietzsche.
No, condivideva il discorso delle razze inferiori e superiori.
Meglio Marx.
Nah, Marx mi fa venire voglia di prendere le chiavi di casa e andare alla manifestazione.
Meglio Sartre.
No, troppo depresso.
Però studiarlo è piacevole.
Andare alla manifestazione però è giusto. Eserciterei un mio diritto.
Sì, ma se non mi promuovono, altro che diritti.
Niente manifestazione e via allo studio...
No. Sì. No. Sì.
Aaaaah, questo Sì e No è un'associazione di idee, il flusso continuo di pensieri nella mia testa.
Adesso parliamo di Freud... o di Joyce. Cosa c'entra Joyce?
Sto impazzendo. Troppo studio. E se andassi alla manifestazione?
No. Devo farmi promuovere, di manifestazioni ce ne saranno altre. Le ultime parole famose.
Questo flusso di idee sta diventando una droga.
Devo studiare.
Voi, però, fate una cosa: manifestate anche per me. Anzi no, ignoratemi.
Mi sto solo sfogando. I diciotto anni e la maturità fanno male a tutti.
Voi fate quello che volete, siamo in un Paese lib...

[...]

Commenti

  1. Eheh, hai ben descritto la sensazione di un pomeriggio... scolastico. Non mi mancano per niente, ma giuro che una volta vorrei riprovarla per vedere l'effetto che fa.
    La scuola dovrebbero migliorarla un bel po', applicando la teoria alla pratica...

    Moz-

    RispondiElimina
  2. Amo la filosofia, ho fatto di tutto per studiarla da autodidatta perchè i miei studi ufficiali mi hanno portato da un'altra parte. Studiare, apprendere e soprattutto riflettere sul pensiero di altri, apre la mente, almeno a me ha fatto intravedere orizzonti sconosciuti ed impensabili. E' vero, quel pensiero non è il nostro, ma aiuta incredibilmente a farci un'idea di quello che abbiamo dentro e se ce l'abbiamo e non siamo superficiali automi, diretta conseguenza di una massa di inermi, esso verrà fuori, prima o poi. Semplicemente perchè non ci accontentiamo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Probabilmente non è trasparito dal post e lo capisco perché non volevo che trasparisse, ma io amo follemente la filosofia. Starei ore ed ore a studiarla e sono fermamente convinta di quello che tu dici, ovvero che il pensiero degli altri autori ci aiuta a farci un'idea di quello che abbiamo dentro. Qui il problema era che, forse, insieme alla teoria e all'apprendimento passivo, la scuola italiana dovrebbe provare ad introdurre una parte attiva, in modo da stimolare anche il lavoro della mente :)

      Elimina
  3. Piccola esprimi la tua. Non mettere in silenzio ciò che vuoi dire o fare :*

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lo so, lo so, Phibi, ma gli esami sono più impegnativi di quanto pensassi :/

      Elimina
  4. Cavolo che casino mentale XD comunque faticherei un sacco a studiare una materia come filosofia, questo è poco ma sicuro.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahahah, beh, sì, la mia mente non è proprio un luogo ordinato, come la mia stanza, del resto... Mmm, forse faticheresti, questo non lo so, so che è tremendamente soggettiva, ma che se ti piace, te ne innamori <3

      Elimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Addio. Ad un nuovo inizio.

L'acqua del lago non è mai dolce

Premio Blogger Simpatico!