L'acqua del lago non è mai dolce

In quasi dieci anni mi è successa veramente la qualunque. Ho firmato un contratto con una casa editrice e quella me l'ha stracciato illegalmente. Mi ha distrutto talmente tanto che pensavo che un desiderio di rivalsa potesse colmare un vuoto. Allora ho scritto un altro libro, aggressivo, violento, un po' gretto. L'ho sputato fuori così di getto, ma non l'ho mai fatto leggere a nessuno. Tantomeno l'ho mandato alle case editrici. Ho fatto come coloro che dicevo di disprezzare: l'ho lasciato dentro una cartella di un computer e mi sono raggrinzita.  Una prugna. Orribile, non avete idea.  All'università è stato un crescendo di disastri di cui non so se qualcuno si sia mai davvero reso conto. Me compresa. Ho stretto amicizie che non mi bastavano, desiderosa com'ero di una chissà quale notorietà. Alcune le ho abbandonate per riprenderle in futuro. Le ho lasciate sotto il cuscino in attesa di risvegliarmi. Altre le ho tagliate via, strappate, tirate come si fa

E se ci stessero schiavizzando?

Different - Joan Jett and Miley Cyrus

Se un giorno ci trovassimo più adulti e camminassimo per strada, in mezzo a tutto quel turbinio di gente, le rotelle nella nostra mente ci farebbero impazzire. Allora ci fermeremmo, chiuderemmo gli occhi e respireremmo.
Penseremmo immancabilmente a tutto ciò che non funziona in noi, a tutti i disastri che abbiamo fatto.
Ci hanno sempre insegnato come ci si deve comportare quando si perde e come quando si vince.
Nessuno c'insegna mai come vincere.
Nessuno ci dice mai che vincere è importante. Nessuno ci dice mai: "Dài tutto quello che hai, non ti arrendere, non ci sarà una seconda possibilità, devi farlo adesso".
Tutti ci dicono che la vita va avanti.
"La vita va avanti, se perdi non muori, se non ti piace lascia, ci sarà qualcosa di più comodo. Ci sarà sicuramente qualcosa di più facile..."
Basta!

Non voglio qualcosa di più facile, non voglio abbandonare, non voglio arrendermi, non voglio che la mia vita vada avanti lo stesso.
Voglio avere davanti strade difficili, voglio le sfide, voglio lottare, voglio consumare tutta me stessa in questa vita.

Che gusto c'è in una vittoria non vinta, in una vittoria non sudata?

Voglio piangere, stancarmi, distruggermi, voglio correre, urlare.

Non m'interessa una macchina che va da sola.
Perché dovrei comprare un libro che si legge da solo?
Voglio vedermi a ottant'anni con i capelli bianchi, le mani rugose, la voce rauca e gli occhi vispi.

Vorrei che alla fine della mia vita, il mio specchio riflettesse una vecchia distrutta, che non ha avuto una vita facile e che non si è mai piegata alle strade più semplici.

E basta con queste politiche del "perdi pure, tanto non succede niente". E' solo una dittatura del comfort. E' solo un controllo totale mascherato da un milione di scelte.
Trasformiamoci in guerrieri, conquistiamoci la vita che ci stanno rubando.

Commenti

  1. La vedo un po' come te, ma cerco di avere sempre un piano B.
    Però la sfida continua e la ricerca della vittoria sono cose giuste.

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Avere un piano B è utile. Anch'io cerco di averne sempre, ma in questo caso, nel mio caso, è quasi impossibile. Non so se ti è mai capitato, ma ho così tanto a cuore questo mio piano A che il possibile piano B mi è quasi inammissibile...

      Elimina
  2. Hai assolutamente ragione, nessuno ci insegna a vincere, "l'importante è partecipare". Vincere pare quasi sbagliato. Chissà perchè o.O

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Perché, almeno dal mio punto di vista, in questi tempi si sta affermando una società che vuole decidere chi fa cosa, senza accettare voci fuori dal coro. Per questo, secondo me, ci stanno schiavizzando e bisognerebbe imparare a non arrendersi mai e ad avere ben chiaro in testa il proprio progetto futuro con l'assoluta fermezza di volerlo realizzare :)

      Elimina
  3. Ciao, ho scoperto per caso il tuo blog ed ho deciso di fermarmi unendosi ai tuoi lettori fissi.
    Ti auguro una buona giornata.
    www.idolcidigrazia.blogspot.com

    RispondiElimina
  4. Forse hai ragione, ma conta che in una "gara" comunque vince solo uno, tutti gli altri perdono.
    Se c'è un lavoro con tre posti disponibili e mille candidati, solo in tre vinceranno gli altri 997 saranno sconfitti, e non lo saranno necessariamente perché valgono meno di chi ha vinto, ma perché la vita è così, non possono vincere tutti.
    Perciò si, lotta per arrivare primo, ma quando non si arriva al podio sentirsi dire, "la vita va avanti" può essere una piccola carezza.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Capisco quello che vuoi dire, ma, secondo me, sarebbe decisamente più motivante un: "continua, persegui i tuoi obiettivi, ce la puoi fare". Nel senso che perdere una battaglia è normale, tutti perdono nella vita, ma perdere la guerra... quella è tutt'altra cosa :)

      Elimina
  5. La vedo esattamente come te!
    Ti volevo ringraziare del bellissimo commento al mio post e ho aperto il tuo blog, per dare un'occhiata.
    Sei cresciuta anche tu e sei molto diversa da quel che ricordavo. Tuttavia è rimasta la tua grande passione -quella che è poi anche la mia- con un'intensità e una bellezza maggiori, differenti, disincantate, ma non per questo di minor valore. Anche il tuo stile credo sia maturato con te e che maturazione! Questo flusso di pensieri, questo svelarsi della coscienza mi affascina e, nonostante sia così diverso dal mio modo di esprimermi, fa sì che non riesca a smettere di leggere! Brava e grazie ancora ❤️

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In quel commento ho detto solo la verità, a volte è il meglio che si possa fare :')
      E' vero, abbiamo uno stile di scrittura molto diverso, ma non è questo il bello? Non è bellissimo che coesistano menti tanto complesse e differenti che però possono riuscire a capirsi a vicenda? ;)
      <3

      Elimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Addio. Ad un nuovo inizio.

L'acqua del lago non è mai dolce

Premio Blogger Simpatico!