L'acqua del lago non è mai dolce

In quasi dieci anni mi è successa veramente la qualunque. Ho firmato un contratto con una casa editrice e quella me l'ha stracciato illegalmente. Mi ha distrutto talmente tanto che pensavo che un desiderio di rivalsa potesse colmare un vuoto. Allora ho scritto un altro libro, aggressivo, violento, un po' gretto. L'ho sputato fuori così di getto, ma non l'ho mai fatto leggere a nessuno. Tantomeno l'ho mandato alle case editrici. Ho fatto come coloro che dicevo di disprezzare: l'ho lasciato dentro una cartella di un computer e mi sono raggrinzita.  Una prugna. Orribile, non avete idea.  All'università è stato un crescendo di disastri di cui non so se qualcuno si sia mai davvero reso conto. Me compresa. Ho stretto amicizie che non mi bastavano, desiderosa com'ero di una chissà quale notorietà. Alcune le ho abbandonate per riprenderle in futuro. Le ho lasciate sotto il cuscino in attesa di risvegliarmi. Altre le ho tagliate via, strappate, tirate come si fa

I think that parties are not friends...

Una mattina ti svegli mezza addormentata e scopri di essere popolare. Ti chiedi cosa sia successo. Ti chiedi perché adesso la gente ti voglia ovunque vada e perché prima venivi emarginata.
Quindi comprendi quanto la gente badi alle apparenze, quando tutto cambi se ti fai vedere in giro un po' di più e se bevi un sorso di un cocktail a caso che poi sputerai in un cestino per quanto faceva schifo e che ti riprometterai di non assaggiare più.
Tutto cambia se le persone ti vedono con le persone giuste. Che cosa stupida e pensare che c'è chi non potrebbe vivere senza continui inviti ad ubriacarsi su una panchina perché è da fighi.
Però bisogna ammettere che qualche volta è confortante sapere che nessuno ti emargina o ti prende in giro e che essere quello solo non è il metodo migliore in niente.
Forse serve un mix, sapere chi sono i tuoi veri amici e lasciare che quelli falsi t'invitino dove vogliano e facciano finta di essere felici a vivere all'ombra di una persona che vivrebbe benissimo anche senza di loro. Essere adolescenti però non è solo sigarette, alcolici e vita notturna, essere adolescenti è molto di più: è provare emozioni per la prima volta, è andare in guerra ogni giorno e vincere se si ha la forza di essere chi si desidera essere.

Commenti

  1. Io l'adolescenza non l'ho mai vista in modo così drastico, certo ci sono degli scombussolamenti, ma ... boh, è una fase di vita normale :)

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io sì, credo che l'adolescenza sia uno dei periodi più traumatici, ma forse lo è solo per certe persone :)

      Elimina
  2. Sai, si dice che gli adolescenti siano spesso confusi. Ma tu hai le idee più chiare di me. Ciao Anto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahahah, sono molto confusa in verità, è solo che la mia confusione si manifesta in continui e ripetuti cambi di opinioni sicure xD

      Elimina
  3. Cara Anto, ti assicuro che funziona e - ahimè - funzionerà sempre così. Ti assicuro che anche ventenni e trentenni si divertono ancora così, ubriacandosi. Ed essere sulla cresta dell'onda vuol dire andare sempre a sballarsi nel weekend e bere bere bere.. se non fare anche altro.
    Che tristezza eh!
    Però non bisogna per forza accodarsi a loro. Si può anche essere popolari in altro modo, o perchè no, infischiarsene della popolarità per essere FELICI davvero.
    Perchè l'ho imparato a mie spese.. essere popolari non significa essere felici. PER NIENTE.
    Un abbraccio Anto!
    Sempre belli i tuoi post!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Eh chi ci pensa ad accodarsi a loro? Viva la felicità, così come ognuno la intende! :D

      Elimina
  4. Ciao piccola! Ahah si io e quella ragazza ci scriviamo sempre poemi omerici se vuoi puoi entrare nel club (; sono ben accetti!
    Son contentaa che ti siano piaciute,lì e' un altro mondo, ho fatto taaaantissime foto sia quest'anno che l'anno precedente..

    Sorridi bimba, è bello essere apprezzati!

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Il presente fa schifo solo perché si è rimasti al passato.

Un appello a tutte le scrittrici e gli scrittori di YA (tanto chi vuoi che mi ascolti!)

Ecco cosa mi fa stare davvero male