L'acqua del lago non è mai dolce

In quasi dieci anni mi è successa veramente la qualunque. Ho firmato un contratto con una casa editrice e quella me l'ha stracciato illegalmente. Mi ha distrutto talmente tanto che pensavo che un desiderio di rivalsa potesse colmare un vuoto. Allora ho scritto un altro libro, aggressivo, violento, un po' gretto. L'ho sputato fuori così di getto, ma non l'ho mai fatto leggere a nessuno. Tantomeno l'ho mandato alle case editrici. Ho fatto come coloro che dicevo di disprezzare: l'ho lasciato dentro una cartella di un computer e mi sono raggrinzita.  Una prugna. Orribile, non avete idea.  All'università è stato un crescendo di disastri di cui non so se qualcuno si sia mai davvero reso conto. Me compresa. Ho stretto amicizie che non mi bastavano, desiderosa com'ero di una chissà quale notorietà. Alcune le ho abbandonate per riprenderle in futuro. Le ho lasciate sotto il cuscino in attesa di risvegliarmi. Altre le ho tagliate via, strappate, tirate come si fa

De brevitate vitae

"Tamquam semper victuri vivitis, numquam vobis fragilitas vestra succurit"

"Vivete come se doveste vivere in eterno, mai vi sovviene della vostra caducità" Seneca, De Brevitate Vitae.

Seneca è tutto. Un tragediografo, uno scrittore, un poeta, un filosofo, un precettore. Seneca ha scritto ciò che di più bello si possa leggere, ha scritto delle lezioni di vita.
Seneca ci dice, ci urla nelle orecchie, che non siamo immortali, ci dice che siamo dei vigliacchi con la paura della morte, ci dice che sprechiamo ciò che di più importante disponiamo: il tempo.
Noi viviamo come se dovessimo vivere in eterno, non ci rendiamo conto che un giorno ci spegneremo, potrebbe succedere tra un giorno o tra dieci, cento, mille anni, ma noi progettiamo e rimandiamo come se avessimo tutto il tempo del mondo, come se il futuro esistesse.
Il futuro non esiste, ma questa non è una realtà amara, bensì una dolce constatazione con cui conviviamo da sempre.
Ciò che Seneca vorrebbe che capissimo non è: vivere freneticamente perché il tempo fugge, non è vivere perennemente nell'ansia della morte; quello che Seneca intende è che dovremmo vivere con la consapevolezza che tra uno, dieci, cento, mille giorni potremmo morire e con la sicurezza che quando succederà saremo felici.
Ogni giorno noi scordiamo quanto siamo fragili, quanto in realtà la nostra vita sia appesa ad un filo sottile e non capiamo che dobbiamo vivere, non semplicemente lasciare che il tempo scorra, ma vivere.

Quindi posticipare, non serve, è inutile, è stupido. Adesso è reale, il dopo vive solo nelle nostre menti.

Commenti

  1. Sono d'accordo con te e con... Seneca.
    La vita è quello che stiamo vivendo: godiamocela e non invecchieremo MAI.

    Moz-

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  2. ho sempre amato Seneca.. concordo con ogni minima parola scritta in questo post :) un abbraccio :)

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  3. Spesso capita a tutti di ritirarsi nell'indifferenza,è un modo per andare avanti!
    Dobbiamo imparare a vivere,a godere pienamente ogni attimo della nostra esistenza.
    Amo Seneca **

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  4. Vivere intensamente il presente, i bambini ce lo insegnano.

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    1. Questo è incredibilmente vero, i bambini c'insegnano tantissimo e questa è una delle cose che loro fanno e che noi dovremmo prendere ad esempio :)

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  5. bellissimo post cara Anto!
    Io approvo pienamente.
    La vita è OGGI! :D

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  6. Grazie! I progetti sono belli, io stessa ne faccio davvero tantissimi, ma dobbiamo renderci conto che non fanno parte della realtà, sono un futuro che potrebbe o non potrebbe realizzarsi. Tutto sta nel fare progetti consapevolmente ;)
    Buone feste anche a te! :D

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