L'acqua del lago non è mai dolce

In quasi dieci anni mi è successa veramente la qualunque. Ho firmato un contratto con una casa editrice e quella me l'ha stracciato illegalmente. Mi ha distrutto talmente tanto che pensavo che un desiderio di rivalsa potesse colmare un vuoto. Allora ho scritto un altro libro, aggressivo, violento, un po' gretto. L'ho sputato fuori così di getto, ma non l'ho mai fatto leggere a nessuno. Tantomeno l'ho mandato alle case editrici. Ho fatto come coloro che dicevo di disprezzare: l'ho lasciato dentro una cartella di un computer e mi sono raggrinzita.  Una prugna. Orribile, non avete idea.  All'università è stato un crescendo di disastri di cui non so se qualcuno si sia mai davvero reso conto. Me compresa. Ho stretto amicizie che non mi bastavano, desiderosa com'ero di una chissà quale notorietà. Alcune le ho abbandonate per riprenderle in futuro. Le ho lasciate sotto il cuscino in attesa di risvegliarmi. Altre le ho tagliate via, strappate, tirate come si fa

New York New York



Passeggio per le strade di New York, ma come un'italiana. Gli altri guardano solo avanti, come se dovessero raggiungere una meta posta all'infinito. Vanno avanti e non si guardano indietro, camminano veloci destreggiandosi tra il traffico. A New York c'è qualsiasi cosa, qualsiasi attrazione che possa piacere ai turisti, ma io non voglio essere una semplice turista, l'idea di scattare foto di qualsiasi cosa senza un motivo non mi ha mai attratta. Il primo giorno lo splendore di questa città immensa mi ha stupita davvero. Il traffico è rumoroso e di ogni genere. Accanto mi sfrecciano i taxi insieme alle limousine, i calessi con i cavalli si fanno strada tra pedoni e biciclette. La gente passa con il rosso e con il verde, le macchine passano con il rosso e con il verde. Cerco di informarmi su come muovermi per New York perché sono l'unica che parla inglese, alla fine trovo il bus per turisti, ma meglio di niente. A New York c'è puzza. Una puzza tremenda di feci e rifiuti e ai bordi delle strade la mattina sono ammonticchiati sacconi neri di spazzatura. Il primo giorno mi rendo conto di quanto costi il cibo qui, costa molto, è troppo per qualsiasi stomaco e alla fine il portafoglio viene svuotato e il cibo sprecato. Il cibo viene buttato via... I camerieri escono dai ristoranti e, senza la minima cura dei barboni mezzi morti fuori dal locale, gettano cibo buono nella spazzatura. Prendo l'autobus e comincio ad orientarmi. Vedo New York dall'alto. Scendo una fermata prima dell'Empire State Building per fare una passeggiata e poi entro all'Empire. Salgo con l'ascensore per una settantina di piani e mi godo la vista di New York. Che città bella e spietata. Il MoMA non è niente di che, Museum of Modern art... a parte Van Gogh, di vera arte ce n'è poca, solo pittori strapagati per un diavolo di puntino su una tela. Il secondo giorno mi oriento molto meglio. Passo in autobus per varie zone e mi rendo conto del degrado. A New York persone con la borsa di Gucci passano accanto a persone che stanno per cadere a terra dalla fame. Central Park è bellissimo. Davvero. Il tributo a John Lennon è meraviglioso, ma la gente che ci butta il culo sopra la vorrei ammazzare. La gente che calpesta la scritta Imagine vorrei picchiarla. Quando tutti stanno facendo una foto mi butto in mezzo, mi bacio la mano e la poggio sulla scritta. Così impari a mettere il tuo culo gigantesco sopra il punto dove hanno ammazzato l'uomo più geniale di questa terra.
Il terzo giorno, mentre vado al Metropolitan, passo davanti ad un cimitero e vedo che c'è un bar in mezzo al cimitero, vedo anche gente con tramezzini e coca cola che pranza sulle panchine davanti alle tombe. Queste persone non hanno il minimo rispetto per i morti. Come cazzo si fa a mangiare un panino quando davanti sottoterra c'è il cadavere di un uomo? 
Il Metropolitan però è magnifico. Times Square è ugualmente magnifica. Entro in mille negozi, ma per lo più guardo, perché comprare mi sembra stupido. Chiedo ad un signore dove si trova la sede del New York Times e quello mi guarda senza capire.
The newspaper” spiego, ma lui sembra non capire, allora lo chiedo ad un poliziotto e quello, dopo mille volte che mi chiede se intendo davvero il giornale e se sono sicura di quello che gli sto chiedendo, mi dice la strada e l'avenue dove trovarlo. Vado alla sede del New York Times e lo ammiro da fuori e faccio una foto.

Il quarto giorno lo passo all'American Museum of Natural History e a vedere tutti quelle riproduzioni di animali mi viene una gran tristezza e una voglia matta di vedere degli animali veri.
L'ultimo giorno lo passiamo a passeggiare e ancora vedo dei barboni, alla fine non ce la faccio più, entro in uno Starbucks e compro un panino da regalare ad un barbone, lui mi ringrazia e la gente continua a passarmi accanto come se non esistessi.
Amo New York perché lì posso stare sola in mezzo alla gente” diceva Audrey Hepburn. Magari a lei piaceva, ma a me la gente a New York non è piaciuta affatto. New York è una bella città, ma è disumana e lì non si pensa altro che a sperperare i soldi e mangiare. Ovunque andassi c'erano negozi di generi alimentari, ma pochissime librerie, io ne ho vista solo una ed era anche nascosta.
Mangiare, mangiare, mangiare sempre mangiare. Mangiare nei musei, mangiare davanti ai morti, mangiare sul punto dove hanno ammazzato un uomo, mangiare sempre e comunque senza il rimpianto di vedere un uomo che smania per il panino che hai lasciato a metà e buttato nel cestino.
Città bellissima e spietata. 

Commenti

  1. Io non sono mai stata a New York, ma da come la descrivi non mi dispiace poi cosi tanto. Questo fatto della gente che spreca il cibo quando ci sono persone che muoiono di fame poi, mamma mia che schifo. Hai fatto benissimo a portare il panino al barbone, dovresti essere orgogliosa di te, dato che secondo me sono in pochi a farlo. Quanta disumanità c'è.
    Chissà, forse un giorno ci andò anch'io, ma non resterò molto: detesto le città troppo affollate e, come hai detto tu, spietate.
    Un abbraccio <3

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    1. New york come città è bellissima, davvero, andarci nella vita è quasi d'obbligo, anche perché è piena di opportunità magnifiche, quello che mi ha deluso davvero è stata più che altro la gente, sinceramente, io l'Italia l'ho girata un po' e non ho mai visto un comportamento così menefreghista della vita umana :/
      Un abbraccione <3

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  2. che brutto sentire queste parole.. New York è una città magnifica, con grossi potenziali.. non l ho mai visitata e spero di atterrare negli USA prima possibile.. ma davvero mi si stringe il cuore a leggere queste cose..

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    1. Io credo che valga la pena di visitare New York, ma bisognerebbe anche vedere il resto, non è la città perfetta purtroppo!

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  3. In tutto c'è il positivo e il negativo delle cose,anche a NY :-\

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  4. ...new york...
    non sai quanto mi manchi, quanto io senta la voglia di stare con lei, a riconoscerla e a rivisitarla, a ritrovare in lei quella me che mi serve...

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    1. Anch'io alcune volte a New York ho trovato quello che desideravo, ma altre volte ho sognato casa mia come non mai!

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  5. Ciao mi sono iscritta al tuo blog :) Mi piace molto *-* Se vuoi passa sul mio <3

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