L'acqua del lago non è mai dolce

In quasi dieci anni mi è successa veramente la qualunque. Ho firmato un contratto con una casa editrice e quella me l'ha stracciato illegalmente. Mi ha distrutto talmente tanto che pensavo che un desiderio di rivalsa potesse colmare un vuoto. Allora ho scritto un altro libro, aggressivo, violento, un po' gretto. L'ho sputato fuori così di getto, ma non l'ho mai fatto leggere a nessuno. Tantomeno l'ho mandato alle case editrici. Ho fatto come coloro che dicevo di disprezzare: l'ho lasciato dentro una cartella di un computer e mi sono raggrinzita.  Una prugna. Orribile, non avete idea.  All'università è stato un crescendo di disastri di cui non so se qualcuno si sia mai davvero reso conto. Me compresa. Ho stretto amicizie che non mi bastavano, desiderosa com'ero di una chissà quale notorietà. Alcune le ho abbandonate per riprenderle in futuro. Le ho lasciate sotto il cuscino in attesa di risvegliarmi. Altre le ho tagliate via, strappate, tirate come si fa

Je ne regrette rien

Non, Je Ne Regrette Rien - Edith Piaf

Io e mia madre non parliamo tanto, il più delle volte discutiamo di cose che alla fine non interessano né all'una né all'altra, ma l'altro giorno mi ha lasciato esporle i libri che devo ancora leggere della libreria perché me ne vuole prendere uno.
Ne ho accumulati davvero tanti, saranno una trentina (carte sconto, sconti vari e promozioni fanno male alla salute) e tutti che non vedo l'ora di leggere.
Quando me l'ha chiesto sono rimasta deliziata, mi sono sciolta la coda che tengo per scrivere, mi sono alzata dalla sedia e, in mutande e con i calzini che strusciavano sul pavimento, ho aperto la libreria. Glieli ho spiegati tutti, la trama, quello che mi piaceva e quello che adoravo. Lei si è accorta e mi sono accorta anch'io, che non ce n'è uno che sia una storia spensierata e non drammatica. Ho questa strana predilezione per il dramma che lei non condivide. La verità è che sono quasi certa che nel novanta per cento dei libri un personaggio, anche principale muoia. Mi sto appassionando a leggere quello che scrivo. Nel mio libro non è morto nessuno e non ho intenzione di far stragi, ma sinceramente non è una storia tranquilla e spensierata, beh, bastava conoscermi per intuirlo.
Alla fine ne ha preso uno e ha voluto farsi giurare e spergiurare che in quel libro i protagonisti non morivano. Io gliel'ho assicurato, ma non credo di aver fatto bene...
Oggi ho trovato un gattino. Ho salito le scale tornando a casa e c'era un tenero gattino ad aspettarmi. Grigio con delle striature nere, davvero magnifico. Me ne sono innamorata. Poi è arrivata la madre, che mi ha guardata e ha lasciato che portassi a casa la sua piccolina.
Le ho dato il latte, un po' di prosciutto e un po' di pane. Lei se ne stava alla ringhiera a osservare le macchine che passavano. Quindi l'ho liberata, se vorrà tornare ne sarò ben felice, anche se dubito. Stamattina non ho scritto per niente, adesso vorrei rifarmi, ma la mia mente si è svuotata e non può farlo perché devo finire il libro e ancora ho sessantaquattro fogli A4 da riempire.
Non so cosa mi sia capitato superando i due terzi di libro, non mi è venuto il blocco dello scrittore, ma ho come paura di andare avanti, oppure non mi piace quel che scrivo. Ho provato a fare una pausa per due o tre giorni, ma non ce la faccio più, la voglia di continuare è troppa. Non faccio altro che pensare alla prossima pagina, al prossimo dialogo, al prossimo colpo di scena e allora mollo tutto e corro a scrivere. Forse sono malata. Penso sempre a scrivere, a leggere e a prendere la patente. Le feste e le discoteche non mi divertono più. Ho solo voglia di uscire all'aria aperta ogni giorno e prendere spunto per il prossimo capitolo. Una mia amica mi dice che sto sprecando l'estate, che l'estate bisognerebbe festeggiare e continua ad invitarmi in ogni discoteca possibile e immaginabile. Le dico sempre di "no". Non sento di star sprecando l'estate, sento che ogni mattina mi sveglio con la voglia di andare avanti e poi la discoteca non mi attira più, là dentro non ci capisco niente e nessuno è mai davvero interessato a conoscere nessuno, è solo un'accozzaglia di gente. Ballare mi piace, ma non così, lì a nessuno importa di ballare con te e per questo andarci sarebbe davvero uno spreco di tempo. Adoro sfogarmi, solo non in quel modo. E' tanto strano voler andare in un posto dove la gente veda la tua faccia per conoscere delle persone? E poi d'estate si dovrebbe fare quello che non si riesce in inverno. In discoteca ci si va tutto l'anno, per adesso a me importa scrivere.

Commenti

  1. Ahahah! E' una vita che la gente cerca di costringermi in discoteca ma ehi, mi sono scelta degli amici nerd, piuttosto passiamo il tempo a parlare di fumetti e Youtubers, la discoteca se ne resti pure dov'è, troppo lontana per chi è senza patente e per chi ha voglia di "sentire" la gente che parla.
    Quando scrivevo (è così accidentalmente deprimento usare un tempo passato x.x) succedeva sempre anche a me il blocco dello scrittore. Ma mi arrivava circa intorno a un terzo del libro. Mi è successo spesso. Immagino che ognuno abbia le sue gatte da pelare al momento opportuno ma la cosa buona è che tu ce la puoi fare. E te lo dico per certo ;)

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    1. Lo so che probabilmente non mi crederai, ma io te lo dico lo stesso, secondo me anche tu ce la puoi fare, magari in un modo diverso dal mio, ma ce la puoi fare, non smettere di tentare, mai :) <3

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  2. Scrivi, scrivi Anto!! La gente non capisce che alcuni di noi ne hanno bisogno sul serio...

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    1. Esatto! Anche perché poi io divento isterica ahah ;D

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  3. Devi fare quello che ti senti. E quindi scrivi :)

    Moz-

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    1. In effetti è così semplice, voi maschi avete sempre le soluzioni più intuitive a portata di mano :D

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  4. Non sono mai stato un amante delle discoteche, più che altro le conosco per sentito dire.
    A me piacciono soprattutto classic rock ed heavy metal, e nelle discoteche generalmente si trasmette musica commerciale. Sono astemio, e quasi sempre l'ingresso costicchia e include una bevuta che regalo ad altri. Mi piace chiacchierare, e le discoteche sono posti rumorosi che ti impediscono di farlo. Mi piacciono le mattine, e le discoteche ti impediscono di vederle in uno stato cosciente... Insomma, vuoi mettere 20 euro per una serata in discoteca, o gli stessi 20 messi su un treno per scappare un pomeriggio? :)

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    1. Sì è vero, sono d'accordissimo, poi dipende dai posti, c'è una discoteca qui che permette ai gruppi esordienti, rigorosamente rock (di ogni genere), di suonare alle serate e questo è fantastico, ma la maggior parte sono solo posti incasinati dove non vedi ad un palmo dal tuo naso e spendi soldi per rincoglionirti ahah!

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  5. Mai andata in discoteca!! Non mi ha mai attirata, devo ammettere. E penso che l'estate sia uno dei periodi migliori per scrivere. Si ha il tempo di farlo quanto si vuole, dalla mattina a notte fonda, anche. E quella che hai addosso è una voglia di scrivere tremenda, che ultimamente sto provando anche io. Buona scrittura, Anto!!

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    1. E' quello che dico anch'io, tempo per scrivere, è perfetto, niente scuola il giorno dopo, niente limiti di orario, niente compiti, se non ora quando?
      Grazie! Anche a te ;D ciao Korê! :D

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  6. Ammetto che io amo andare in discoteca, mi libera la mente e mentre ballo non penso a nulla e non vedo nulla... in pratica non mi importa di nessuno. Ma allo stesso modo sono una che scrive ogni giorno, sulle note del cellulare, sul pc, su un foglio bianco o una qualsiasi superficie (alle volte anche sul tavolo, e poi devo ricopiare tutto, se no va perso XD).

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    1. Ma anche a me, alle volte, piace andare in discoteca, solo non sempre ;)

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