L'acqua del lago non è mai dolce

In quasi dieci anni mi è successa veramente la qualunque. Ho firmato un contratto con una casa editrice e quella me l'ha stracciato illegalmente. Mi ha distrutto talmente tanto che pensavo che un desiderio di rivalsa potesse colmare un vuoto. Allora ho scritto un altro libro, aggressivo, violento, un po' gretto. L'ho sputato fuori così di getto, ma non l'ho mai fatto leggere a nessuno. Tantomeno l'ho mandato alle case editrici. Ho fatto come coloro che dicevo di disprezzare: l'ho lasciato dentro una cartella di un computer e mi sono raggrinzita.  Una prugna. Orribile, non avete idea.  All'università è stato un crescendo di disastri di cui non so se qualcuno si sia mai davvero reso conto. Me compresa. Ho stretto amicizie che non mi bastavano, desiderosa com'ero di una chissà quale notorietà. Alcune le ho abbandonate per riprenderle in futuro. Le ho lasciate sotto il cuscino in attesa di risvegliarmi. Altre le ho tagliate via, strappate, tirate come si fa

Ho messo piede nella schiera avversaria

Il Testamento di Tito - De André

Ho capito, dopo del tempo e delle ferite, che perché io sia felice non ho bisogno di persone che, ascoltandomi, annuiscono e applaudono.
Non m'interessano i "sì" di approvazione, ma continuo a tendere verso la strada opposta, continuo a volere vedere l'altro lato del mondo.
Ho la mente già abbastanza empia delle idee che ritengo giuste, non desidero in alcun modo riascoltarle. Ho voglia di confrontarmi e di far capire, anche a chi la pensa in modo diametralmente opposto a me, che non sono un mostro, che forse la loro verità non è l'unica giusta.

Ho voglia di portare un'aura di freschezza laddove la gente potrebbe volermi cacciare in malo modo.

Sono stata violenta, sono stata rabbiosa, sono stata piena d'odio, sono stata stupida. In passato, ho dato adito a pregiudizi, senza conoscere. Mi sono tradita.
C'è chi dice che non esiste più la "me ribelle", ma si sbagliano. Io resto ribelle, nel modo che ritengo migliore.
Non mi fermo a quella ribellione dove si rompono i vetri delle macchine con i sassi, non mi fermo a quella ribellione dove si incita i propri "compagni" a seguire la legge del nostro gruppo.
Non sono un dittatore.
Sono una ribelle. E sono solitaria.
E solitaria mi spingo nelle righe avversarie e provo a far vedere loro che non vedo differenza, che siamo umani, che ci piace fare del male.
Sono andata più in là della mia schiera, sono finita tra i nemici con le mani in alto e con la bocca piena di parole. E chi mi vuole seguire, è ben voluto.

E ho sentito insulti, insulti dalla mia schiera.
E ho sentito ringraziamenti, ringraziamenti dai miei oppositori. Ho sentito ringraziamenti per aver fatto loro scorgere un'apertura mentale che non si sarebbero mai immaginati.

"Anto è quella persona che mi ha fatto capire che anche i comunisti hanno un cuore, che bisogna ascoltare anche chi non la pensa come noi"

Ho sentito inviti a riunioni importanti perché era necessario che qualcuno con una mentalità differente proponesse una soluzione diversa.

"Anto, dovresti venire alla rassegna stampa, abbiamo bisogno di qualcuno d'informato che ci faccia vedere l'altro lato della medaglia".

Una volta dicevo che c'erano due barricate. Credevo nel bianco e nel nero. Non credevo nella loro unione.
Adesso so che è difficile, so che non tutti ti accettano, so di gente che alza i pugni nella mia direzione, che invoca la violenza, ma so anche quanto sia doveroso spaccare i muri.

Guardiamoci in faccia, noi umani che abbiamo tutti lo stesso volto.
Non ho paura degli umani, sono una di loro. Sbaglio e mi chiudo, ma so che basta svoltare l'angolo, basta seguire le luci, che siano di Dio o dei lampioni della città, e guardare al di là del proprio muro di trincea per vivere davvero. Per essere ribelli.

Commenti

  1. Ti seguivo tanto tempo fa, avevo un altro nome e un altro blog, ora che ho deciso di intraprendere nuovamente questa strada sotto un'altra luce, ti ho ricercata e non me ne sono pentito.
    Ritrovo un po me stesso nelle tue parole, soprattutto quando dici di essere ribelle e solitaria.
    Camminare su un binario differente ci da un senso di libertà che aiuta ad affrontare la vita,e la società che fa di tutto per farci deragliare.
    A presto!

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    1. Grazie mille per tutto quello che hai scritto! Sono felice che tu sia tornato nel mondo di blogger (anche se ammetto di starlo trascurando un poco) perché scrivere di sé o per sé su una piattaforma è una valvola di sfogo che non delude mai.
      A presto!

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  2. svoltare l'angolo per essere LIBERI magari ma ribelli no la ribellione è caos essere liberi da molte dittature allora ci sto .
    PS SEI MOLTO BRAVA A SCRIVERE SONO ENTRATA PER CASO .CIAO

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    1. Sì, la ribellione è caos, ma, il mondo di per sé, non è sicuramente ordinato. La natura stessa tende al disordine. Il caos, la casualità è naturale per degli esseri viventi, e in alcuni casi è necessario creare scompenso per poi riassestare tutto in un modo migliore. Quando il caos non coincide con la violenza, per me, è legittimato ad esistere.
      Grazie per il complimento!

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  3. Ciao ti va di vincere dei cartacei? Passa da me!
    http://ilcuoreinunlibro.blogspot.it/2016/03/vecchio-amico-3-libri-senza-tempo_4.html

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