L'acqua del lago non è mai dolce

In quasi dieci anni mi è successa veramente la qualunque. Ho firmato un contratto con una casa editrice e quella me l'ha stracciato illegalmente. Mi ha distrutto talmente tanto che pensavo che un desiderio di rivalsa potesse colmare un vuoto. Allora ho scritto un altro libro, aggressivo, violento, un po' gretto. L'ho sputato fuori così di getto, ma non l'ho mai fatto leggere a nessuno. Tantomeno l'ho mandato alle case editrici. Ho fatto come coloro che dicevo di disprezzare: l'ho lasciato dentro una cartella di un computer e mi sono raggrinzita.  Una prugna. Orribile, non avete idea.  All'università è stato un crescendo di disastri di cui non so se qualcuno si sia mai davvero reso conto. Me compresa. Ho stretto amicizie che non mi bastavano, desiderosa com'ero di una chissà quale notorietà. Alcune le ho abbandonate per riprenderle in futuro. Le ho lasciate sotto il cuscino in attesa di risvegliarmi. Altre le ho tagliate via, strappate, tirate come si fa

Cavalco un ronzino

De Andrè - Le Passanti

"Ma se la vita smette di aiutarti
E' più difficile dimenticarti
Delle occasioni lasciate ad aspettare"

Si desidera chi frantuma il muro di cinta del tuo castello di desideri e di tormenti. E nessuno vuole frantumare il mio muro, nessuno ci prova.
Non sto bene, non sto a casa, non sono nel mio posto, da nessuna parte.
E non ho neanche Dio.
Non ho nulla in cui credere. Credo in quello che scrivo, ma ho paura di non poterlo fare per tutta la vita.
I miei son solo effimeri desideri, dati da un talento inesistente e da speranze nate per essere distrutte.
Perché in questo mondo si va avanti stringendo mani.
Conoscendo coloro che ti aiutano, coloro che portano i ponti. Quegli agganci che non possiedo e non voglio avere.
Non ho mani da stringere e se le avessi, darei loro le spalle.
Chi stringe le mani, coloro che possono arrivare a quel grado di ruffianeria che porta via il mio giustizialismo; loro mi stanno strappando l'unica speranza che ho di continuare a scrivere. Di continuare a sopravvivere.
Una volta ho detto che io sopravvivo per la letteratura e così è.
Io vivo perché so che in passato c'è stato qualcuno che mi ha compreso.
Adesso sono sola, lasciata a me stessa, come tutti. Ma io sono stanca, sono abbattuta e fuggo a piangere nei bagni freddi e pieni di tubature della biblioteca.
Sopravvivere è qualcosa di difficile.
Ed io sono stanca. Cavalco il mio ronzino, soverchiata dagli stalloni degli altri.
Non ce la faccio più, non so più per quanto potrò ancora… vivere così.

Scusate se non scrivo più come prima, sta diventando dura.
Vivo con dei problemi che non so raccontare nemmeno più a me stessa.

Commenti

  1. Se posso dare un consiglio, continua a scrivere.
    Scrivi per te stessa, senza pensare al resto, usa la scrittura come valvola di sfogo, come via d'uscita, come forma di ribellione a questo gioco di strette di mano.

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    1. Credo che seguirò il tuo consiglio, per il semplice fatto che non so cos'accadrebbe se non scrivessi, non posso immaginarmi una vita senza scrittura, è parte inscindibile di me.

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  2. I ruffiani, Dio quanto li odio. Neanche io sarò mai una di loro, per quanto possa far comodo per i miei progetti. Non riuscirei più a guardarmi allo specchio.

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    1. Purtroppo non sono solo semplici ruffiani, sono criminali, criminali a tutti gli effetti.

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