L'acqua del lago non è mai dolce

In quasi dieci anni mi è successa veramente la qualunque. Ho firmato un contratto con una casa editrice e quella me l'ha stracciato illegalmente. Mi ha distrutto talmente tanto che pensavo che un desiderio di rivalsa potesse colmare un vuoto. Allora ho scritto un altro libro, aggressivo, violento, un po' gretto. L'ho sputato fuori così di getto, ma non l'ho mai fatto leggere a nessuno. Tantomeno l'ho mandato alle case editrici. Ho fatto come coloro che dicevo di disprezzare: l'ho lasciato dentro una cartella di un computer e mi sono raggrinzita.  Una prugna. Orribile, non avete idea.  All'università è stato un crescendo di disastri di cui non so se qualcuno si sia mai davvero reso conto. Me compresa. Ho stretto amicizie che non mi bastavano, desiderosa com'ero di una chissà quale notorietà. Alcune le ho abbandonate per riprenderle in futuro. Le ho lasciate sotto il cuscino in attesa di risvegliarmi. Altre le ho tagliate via, strappate, tirate come si fa

La via dei cipressi

Avete presente quei film inglesi un po' vecchi dove tante ragazze si trovano a convivere in un college in camerate lunghissime e spoglie? Io ho sempre desiderato entrare in uno di quei film, avere così tante sorelle, mi aveva sempre affascinato come prospettiva.
Dopo una settimana passata in convivenza con altre 24 ragazze, posso dire che il mio desiderio è sfumato del tutto, ma si è anche avverato un sogno.
Vi lascio immaginare quanto possa essere complicato approdare su una spiaggia della Toscana in 25, montare il gazebo, stendere 25 teli mare e poi buttarsi in mare, subito, tutte e 25.
25 ragazze tutte diverse, tutte con i loro problemi e con i loro caratteri forti, che spesso cozzavano.
In cinque ci siamo comprate il costume uguale, di diverso colore, in macramè.
In dieci ci siamo scottate sotto il sole.
Tutti i giorni ho camminato avanti e indietro sul bagnasciuga ascoltando problemi. Tutti i giorni abbiamo riso e ci siamo crucciate per l'università.
Due di noi sono impazzite di rabbia. Una ha pestato i piedi per terra e l'altra si è isolata.
Molte di noi si sono perse nel viaggio, quelle che andavano troppo piano e quelle che andavano troppo veloce.
In 25 abbiamo pianto e desiderato andarcene.
In 25 siamo restate.
Noi, tutte e 25, ci siamo sedute sulla sabbia di notte, dopo esserci riempite di cozze, e abbiamo cantato a squarciagola.
Abbiamo giocato a carte. Ci siamo isolate. Ci siamo unite di nuovo.
Sono uscita dal letto all'una di notte per aiutare una di noi a scrivere al ragazzo che le piace.
Fumava tantissimo, una sigaretta dopo l'altra.


È rimasto il mio angolo di paradiso, il mio college inglese tanto agognato.
Un sogno appeso ad un chiodo sul muro di casa mia.

L'ultimo giorno ci siamo abbracciate e ho capito che qualcosa stava restando. Quella vacanza non era solo un buco nella mia esistenza, ma era un continuo. Ho capito che quelle persone sarebbero rimaste e nulla è più bello di questa reale sensazione.

Commenti

  1. Dev'essere stata un'esperienza bellissima!!
    Io probabilmente sarei impazzita. Ma sono contenta che ti sia rimasto qualcosa.
    Una piccola critica però ci sta: vieni in Toscana e non dici niente?!

    RispondiElimina
  2. Sono d'accordo con Alic, dev'essere stata una esperienza davvero favolosa, quasi quasi ti invidio! Spero di leggere presto un altro tuo post, Tohru ^^

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Addio. Ad un nuovo inizio.

L'acqua del lago non è mai dolce

Premio Blogger Simpatico!