L'acqua del lago non è mai dolce

In quasi dieci anni mi è successa veramente la qualunque. Ho firmato un contratto con una casa editrice e quella me l'ha stracciato illegalmente. Mi ha distrutto talmente tanto che pensavo che un desiderio di rivalsa potesse colmare un vuoto. Allora ho scritto un altro libro, aggressivo, violento, un po' gretto. L'ho sputato fuori così di getto, ma non l'ho mai fatto leggere a nessuno. Tantomeno l'ho mandato alle case editrici. Ho fatto come coloro che dicevo di disprezzare: l'ho lasciato dentro una cartella di un computer e mi sono raggrinzita.  Una prugna. Orribile, non avete idea.  All'università è stato un crescendo di disastri di cui non so se qualcuno si sia mai davvero reso conto. Me compresa. Ho stretto amicizie che non mi bastavano, desiderosa com'ero di una chissà quale notorietà. Alcune le ho abbandonate per riprenderle in futuro. Le ho lasciate sotto il cuscino in attesa di risvegliarmi. Altre le ho tagliate via, strappate, tirate come si fa

Ragazza di Vita

Ricordo i dolci quindici anni quando, nella stessa posizione di ora, con la credenza di liquori davanti, scrivevo il mio primo post. Tornavo da un noioso giorno di scuola. 
Credevo di avere tutto.
Ero così sdolcinata, le mie parole erano affettate come quelle di una qualsiasi adolescente in crisi d'identità. 
Ascoltavo per la prima volta in vita mia i Muse. 
Avevo appena imparato che per vivere bene dovevo ascoltare certa musica, leggere certi libri, pensare certe cose. 
Mi guardavo dentro e non vedevo nulla. Quanta sofferenza a pensarci ora. Ora che sono la stessa persona di allora. 
Sofferente come allora, ma più cosciente; e che, più coscientemente, recupero l'innocenza dei miei quindici anni, a distanza di sei anni. 
Ritorno sempre indietro.
Mi ci è voluto un po' per capire che le mie radici non sono qualcosa che deve venir estirpato per crescere. 
Vi mentirei se vi dicessi che ho trovato un punto fermo nella vita, un punto da seguire. 
L'anno scorso, il padre di una mia amica mi ha indicato il portone di una chiesa e mi ha detto: "Dimmi dov'è il tuo punto?"; di fronte all'assenza della mia risposta, ha detto: "Non ce l'hai, ed è giusto così, perché il punto si sposta ogni qual volta hai un nuovo obiettivo". E poi ha bestemmiato.
Aveva da poco bevuto una quantità di alcol considerevole e non gli darei tanto peso, ma ha reso la mia vita più intrigante di quanto abbiano fatto una ventina di professori universitari in due anni. 

Cercherò di spiegare il motivo per il quale non scrivo assiduamente da due anni. 
Due anni fa la me stessa di allora ha ricevuto una bella batosta che le ha capovolto l'esistenza. Tutte le mie certezze sono andate a puttane ed io mi sono resettata. Sono diventata una tavola bianca.
Vari incontri hanno cambiato la mia vita: ho incontrato persone che volevano sfruttarmi, altre che volevano distruggermi e altre ancora che mi amavano. 
Ho incontrato Pasolini, ho parlato a lungo con lui, ci ho litigato. 
Ve lo dico sinceramente, credo di essere una ragazza di vita, credo che tutti voi lo siate. Non sono d'accordo con Pier Paolo che mi dice che perderò la mia purezza e mi adatterò al mondo, piano piano, anche perché ho già perso la purezza, ma l'ho ritrovata. 

Siete ragazzi di vita. Ricordatevi dei momenti della vita in cui questa vi tira uno schiaffo dopo l'altro e ditemi, giuratemi che non c'è stato quel momento in cui qualcuno vi tirava un calcio nel culo e vi diceva: "devi rialzarti". Devi vivere. 
Quel calcio, signori, io lo chiamo Dio.

Credetemi o non credetemi, ma non sono mai stata libera come lo sono adesso. Adesso che posso dire sinceramente: non ho la forza per tenermi su da sola. 
Ho bisogno di braccia che mi reggano, ho bisogno di un calcio. 

Accettarmi per le mie debolezze, così gracile come mi sono vista essere, è stato un duro colpo e quando la tua vita viene stravolta in questo modo, scrivere diventa impossibile perché nulla ha più un senso. Ma le parole devono andare da sinistra a destra sulla pagina. 
Ora ditemi come potete scrivere una parola dopo l'altra quando non conoscete neppure le cosiddette parole.
Ve lo dico io, non si può.

E non si può, vi giuro, non si può, scrivere quando non si è sinceri con se stessi, perché scrivere è mettersi a nudo. 

Ora sono qui, sto ancora lottando contro me stessa, ma dominata da una certezza: esiste una verità e gli sguardi relativi intorno a me non rientrano nella verità. 

Solo io e Dio sappiamo che sono una ragazza di vita e solo voi con Dio, o con la vostra fede, sapete se siete ragazzi di vita o corrotti.

Commenti

  1. Che piacere vedere che sei tornata.
    Non vedo l'ora di conoscerti (di nuovo) attraverso le tue parole.

    Sono felice che hai trovato una verità.
    Non dico altro,
    un abbraccio.

    Alic

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Alic! Ho visto che Alic is here! è in manutenzione! Non vedo l'ora di vedere cosa uscirà dalla tua testolina!
      Non credo abbandonerò il blog, ormai ci sono troppo legata e poi, prima di morire, voglio incontrarti.
      Un abbraccio fortissimo!
      Anto.

      Elimina
  2. Che bello quello che scrivi, ha un sapore di immenso. Livia

    RispondiElimina
  3. Sono contenta che tu in qualche modo abbia trovate delle certezze.

    La prima volta che sono finita sul tuo blog con tutta probabilità avevo anche io 15 anni, se non di meno, e ricordo ancora una frase scritta a lato del sito che mi era rimasta molto impressa (e che tutt'ora lo è). Diceva qualcosa come 'la religione è una gruccia per chi non è abbastanza forte da affrontare l'ignoto da solo', ti dirò: ho amato dal primo istante il tuo blog, ma quella frase non riuscivo proprio a tollerarla, quasi mi dava fastidio. All'epoca non c'è bisogno di dirlo forse, ma ero molto credente.
    Adesso così come per te, sono cambiate molte cose anche per me. È quasi assurdo pensare a come cambiano le persone nel giro di pochi anni. Sì perchè, ad esempio, oggi mi sento di dire che quella frase a me piace molto.

    Sono contenta che tu ti senta libera, che tu abbia trovato una verità, un senso.
    Forse al di là di tutto, è proprio questa la cosa importante, la cosa da fare: trovare una certezza, una verità, che sia dio o qualsiasi altra cosa poco importa.
    Ti mando un grande abbraccio, è sempre così bello leggerti.

    -Jaq

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Addio. Ad un nuovo inizio.

L'acqua del lago non è mai dolce

Premio Blogger Simpatico!